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Opeth, Pale Communion: Åkerfeldt e Åkesson parlano del disco a Soundsblog

Un aneddoto curioso e una breve presentazione del nuovo album, nella nostra video-intervista esclusiva

pubblicato 5 Agosto 2014 aggiornato 29 Agosto 2020 15:45

Dopo qualche rinvio e un po’ di attesa, ormai siamo entrati nel mese giusto per la pubblicazione di Pale Communion, l’attesissimo nuovo disco degli Opeth, in uscita il 26 Agosto per la RoadRunner Records.
Soundsblog aveva incontrato già tre mesi fa Mikael Åkerfeldt e Fredrik Åkesson, per l’ intervista-fiume legata ai foto-ricordi.
Alla fine della chiacchierata fra la band ed Eugenio Crippa era rimasto tempo per una singola domanda sul nuovo disco, una presentazione veloce per un album che i fan inizieranno fin da subito a sezionare, analizzare e, si spera, godere.
All’epoca dell’intervista solo una testata era stata autorizzata a parlare in anteprima (di tre mesi!) del disco: si tratta di Metal Injection, che ne aveva stilato una descrizione track-by-track con relativi commenti…

L’opinione di Metal Injection è che Pale Communion sia una specie di prosecuzione di Damnation e Ghost Reveries, come se Watershed non fosse mai esistito. Io invece sento molto di Watershed in Pare Communion, a partire dalle ritmiche fino alle tastiere, fino alla sensazione generale che qualcosa di musicalmente grosso stia sempre per arrivare, sia dietro l’angolo…

Mikael: “Non so cosa dire, su questi paragoni… Forse posso concedere che si sente un po’ di Damnation sulle canzoni più leggere, ma non so che altro dire.
A me va benissimo ovviamente se la gente paragona questo disco a quelli vecchissimi, di solito è una cosa positiva e ovviamente sono orgoglioso di quei dischi. E’ solo che, a livello personale, non trovo tutti questi punti di contatto con il passato, ma deve essere una mia mancanza di giudizio. Per le persone non coinvolte in prima persona come lo sono io, sicuramente è più facile trovare i collegamenti con il passato.”

C’è stato un contributo maggiore da parte degli altri membri degli Opeth, in fase di songwriting?

Mikael: “Ho scritto tutto io. Fredrick era spesso in studio mentre scrivevo e incidevo le chitarre, ed era al corrente della direzione che prendeva la musica – ha anche ascoltato le primissime versioni dei brani. Ricordo che gli piaceva moltissimo una versione di una delle canzoni, che poi ho completamente cestinato e riscritto!”

Fredrik: “Penso che non sia nemmeno rimasto un riff, di quella parte che mi piaceva!”

Mikael: “Sì, lui è arrivato e mi ha detto ‘Mi piace molto quella canzone’, e io gli ho subito detto che era tardi, che quel pezzo era già stato buttato!”

Povero Fredrick…

Mikael: “Sì, ahaha, povero Fredrick!
In ogni caso, anche se ho scritto tutti i pezzi per il nuovo album, il gruppo è sempre unito…”

Fredrik: “Io sento che noi altri musicisti abbiamo avuto più libertà sul disco, con la sezione ritmica, potevamo arrangiare meglio i tempi sulle canzoni, rispetto ad Heritage.”

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