Home Interviste Soundsblog intervista Giua

Soundsblog intervista Giua

Abbiamo intervistato Maria Pierantoni Giua, in arte Giua, una delle più interessanti nuove proposte dello scorso Festival di Sanremo. In realtà ha già collezionato diverse esperienze e vinto numerosi premi in tante rassegne e festival dedicati alla “canzone d’autore”. Dopo aver sviscerato il disco d’esordio omonimo, cerchiamo di scoprire qualcosa di più di lei attraverso

di dodo
pubblicato 9 Aprile 2008 aggiornato 31 Agosto 2020 22:16


Abbiamo intervistato Maria Pierantoni Giua, in arte Giua, una delle più interessanti nuove proposte dello scorso Festival di Sanremo. In realtà ha già collezionato diverse esperienze e vinto numerosi premi in tante rassegne e festival dedicati alla “canzone d’autore”.
Dopo aver sviscerato il disco d’esordio omonimo, cerchiamo di scoprire qualcosa di più di lei attraverso le sue parole e i racconti: gli inizi e il suo modo di vivere la musica, Sanremo e i talent-show, Cesaria Evora, le collaborazioni importanti e i nuovi progetti.

Per chi sa ancora poco di te: chi è Giua e dove si colloca nel panorama della musica italiana?

Che domanda complessa… posso dire che ho avuto la fortuna di avere un padre che molto per tempo mi ha trasmesso la sua passione per la musica e che da qui son partita e in questa direzione ho continuato.
Ci sono stati alcuni incontri fondamentali come quello con Armando Corsi, il mio maestro di chitarra, il mio produttore Beppe Quirici e Adele Di Palma, la mia manager, che mi hanno aiutata a tracciare la strada. Nel panorama musicale italiano sto cercando di trovare un mio spazio: svolgo una ricerca personale sia per quanto riguarda le musiche che i contenuti dei testi, ma parto da un bagaglio fatto di musica popolare, world music, cantautori italiani ed esteri.

Hai 25 anni. Sul palco sembri artisticamente più matura, ti senti così anche nella vita?

Posso dire di aver fatto molte esperienze sia sul palco sia nella vita, e di essermi presa il tempo per valutarle.

Riguardo alla tua esperienza a Sanremo, c’è un aneddoto divertente o curioso che ci vuoi raccontare?

Tutta l’esperienza sanremese è stata incredibile e movimentata; forse uno dei momenti più caldi è stato quando salita, anzi, scesa sul palco, prima di iniziare a cantare si è slacciata la cinghia della chitarra: è stato bravo Baudo a togliermi dall’impiccio, ma brava anch’io a non farmi prendere dal panico!


Qual’è la differenza tra essere riconosciuti dalla critica ed essere premiati dal pubblico?

Forse per “critica” si può intendere un pubblico più attento e studioso, fatto non necessariamente di musicisti ma per lo più di giornalisti che si intendono o si occupano di musica. In realtà trovo che il grande pubblico venga sottovalutato, come quando si dice “la gente non capisce niente”: è un falso giudizio che porta poi ad aver paura di proporre progetti nuovi e originali. Spero di incontrare il gusto non di tutti, ma di chi vorrà, sia tra i critici sia nel pubblico.

Sembra che la carriera di una cantautrice sia più difficile di quella di un cantautore. E’ davvero così?

Non lo so, non ci avevo pensato in questi termini. Comunque noto che non è affatto semplice fare la cantautrice di mestiere: ho dalla mia molte energie e dei buoni successi raccolti, collaborazioni importanti e voglia di intraprendere più strade, ma le difficoltà che si incontrano sono tante, e non da relegare al fatto di essere donna.

Hai mai pensato di affrontare temi esplicitamente politici nelle tue canzoni?

L’impegno più importante che affronto è quello della mia vita e dei rapporti che la costituiscono, per cui anche se non esplicitamente, non tengo fuori niente, neppure la politica dalle mie canzoni. Non ho mai pensato di fare esplicitamente “canzoni di partito”.

In questo periodo si parla molto dei nuovi talent-show, come X-Factor. Tu cosa ne pensi?

Non mi sono mai piaciuti questi format televisivi, mi sembra abbiano poco a che vedere con il talento e soprattutto tendono a eliminare l’idea che ci sia un grande lavoro da fare per poter emergere. Non basta il momento, o qualche caratteristica. Mi sembra un ambito piuttosto illusivo.

C’è un artista straniero con cui vorresti collaborare?

Più di uno! Proprio in quest’ultimo periodo ho avuto l’onore di collaborare a un progetto su Cesaria Evora incidendo una sua canzone in italiano: spero di poterla incontrare presto e magari poter suonare con lei!

Che progetti hai nell’immediato futuro?

Si prospetta un giro promozionale nelle principali Fnac italiane per presentare il mio disco “Giua”, prodotto da Adele di Palma e Beppe Quirici, che è uscito da poco; per questa estate sono in previsione molti concerti!

Grazie mille per la disponibilità e in bocca al lupo per tutti questi impegni: verremo sicuramente a sentirti dal vivo.

Interviste