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Soundsblog chiacchiera con Enrico Silvestrin (Parte 1)

No, non è stata una banale intervista questa avuta qualche giorno fa con Enrico Silvestrin, vj, dj di grande competenza musicale e poliedricità artistica anche nelle vesti di attore. E’ stata una piacevole chiacchierata che abbiamo deciso con lui di condividere con voi lettori.Ragionamenti sulla musica, una storia che parte dalla volontà di fare un

di aleali
pubblicato 26 Novembre 2007 aggiornato 1 Settembre 2020 00:10

No, non è stata una banale intervista questa avuta qualche giorno fa con Enrico Silvestrin, vj, dj di grande competenza musicale e poliedricità artistica anche nelle vesti di attore. E’ stata una piacevole chiacchierata che abbiamo deciso con lui di condividere con voi lettori.

Ragionamenti sulla musica, una storia che parte dalla volontà di fare un botta risposta, intento che si è trasformato invece in qualcosa di molto più interessante e che credo ripeteremo anche in altre occasioni con altri personaggi addetti ai lavori e non.

Ve la riporto, a parte alcuni fronzoli, in via integrale. Ancora una volta Soundsblog si dimostra un piccolo epicentro dove la musica nel senso generale del termine è l’oggetto vero e centrale del nostro lavoro.

Buongiorno Enrico, sono Kaos di Soundsblog.it. Ci piacerebbe poterti intervistare per parlare un po’ di te e della tua musica. Aspetto notizie e grazie per la lettura della mail.

Grazie Kaos, ma prima voglio spiegarti cosa penso della musica così che possa capire meglio il mio “no”. La musica che sento è una cosa mia, il rapporto con essa idem. Privato. Non pubblico, non da diffondere. Gli anni in cui parlavo di musica sono finiti, lascia stare il Festivalbar dove si parla si di musica ma non della musica che a me piace, o che vorrei diffondere.

A me piace così, per le mie cuffie e basta. E non c’è modo migliore per capire cosa ascolto che ascoltare la playlist sul mio space…oppure ascoltare un mio dj set. Ma ho perso la voglia di scriverne, parlarne, o spiegarne l’efficacia degli uni sugli altri (parlo degli artisti).

La musica andrebbe ascoltata e mai spiegata, diffusa forse, consigliata solo agli intimi, mai alle masse. Sarò old and grumpy ma questo è il mio pensiero.

Nessun problema Enrico. Permettimi di dire la mia. Oggi la musica che ascoltiamo viene tendenzialmente imposta. Solo pochi hanno oggi la capacità (non la voglia, la capacità) di cercarsi la musica, visitare i negozi, usare i tanti mezzi a disposizione per scoprire il bello della musica che di certo non si trova a Festivalbar o a Mtv Trl. Allora ci sono due soluzioni per chi fa giornalismo musicale. La prima cosa è quella che fanno tutti: seguire gli uffici stampa e le grosse major e parlare della musica che fa successo solo perchè c’è del bel marketing dietro.

Oppure cercare la via social, nel nostro caso web. Oggi parliamo di Britney, certo, ma aprendo fin da subito gli occhi sul fatto che è forse la musica vera è altro. Parliamo di lei e cerchiamo nel contempo di spiegare con grande semplicità che bisogna allargare le prospettive. I blog sono solo la forma allargata (non massificata) del dare quei consigli da amico ad amico di cui parlavi, senza interessi dietro, senza marchette pilotate.

Tu immagino che sappia perfettamente che la tua competenza musicale è stata spesso religiosamente ascoltata e seguita, anche dal ragazzino che muore dietro all’ultimo fenomeno musicale senza valore. Perchè hai un bel personaggio e sai quello che stai dicendo. E sei uno dei pochi in giro a livello televisivo che ha così tanta autorevolezza.

Alle volte parlare di musica non significa sponsorizzare artisti, ma creare le condizioni perchè si possa imparare ad allargare le prospettive. E se non lo fa ogni tanto chi ne sa a pacchi come te, il risultato è che continueremo a vedere giornalisti che fanno marchetta solo al peggio della musica.

Ovviamente questo prescinde dal tuo rifiuto, comprensibilissimo (potevi persino non rispondermi). Dico solo che capisco il tuo ragionamento, ma credo non ci sia nulla di male e di insano nel dire la propria quando non la si sta dicendo a sproposito spesso accade.

Già (se ci pensi) le tue parole rappresentano in parte quello che stavo cercando.

A domani per la risposta di Enrico Silvestrin.

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