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Musica e magia: l’esplosione della frenesia per Rihanna a Milano – Foto

Musica e foto di Rihanna a Milano

pubblicato 5 Maggio 2011 aggiornato 30 Agosto 2020 21:18


Capita una sera di trovarsi seduti in un locale, in penombra, mentre la luce va e viene, rendendo difficile distinguere il sogno dalla realtà. Perché lei, Rihanna, è lì, appare dopo un po’, sul palco, fasciata in questo abito di pizzo che sembra una seconda pelle. Un contrasto chiaro (abito) e scuro (pelle) che rende il tutto ancora più affascinante e sensuale.

Lei prende il microfono in mano e da lì a poco ti sembra quasi di essere ad un suo mini-concerto. La musica parte, me lei non solo sembra seguirla: sembra cavalcarla. Le note sono solo la cornice nemmeno troppo necessaria di un’esplosione di timbro e tonalità. Ma come, lei non è Rihanna, non è la cantante originaria delle Barbados che non sapeva cantare e sopravviveva di playback? No, lei è l’artista che sa prendere il comando del palco, irradia voglio sfrenata di ballare, con la gente che non sa tenere le mani e le braccia incrociate. Qualcuno non resiste e inizia ad andare a ritmo, a seguire l’onda anomala e non programmata di un ballo di gruppo. Rihanna non segue nemmeno le regole ed è l’animale da palcoscenico che ti aspetti (e speri). In mezzo a questo delirio, la base musicale potrebbe persino essere tolta. Improvvisamente, senza che tu te ne accorga con il deejay che si toglie le cuffie, senza che tu lo possa prevedere.

Lei afferra il microfono, lo fa suo, lo stringe tra le mani, trasmettendo il suo calore e la sua solarità. Passa attraverso il filo, risuona nelle casse e invade la stanza. Hai voglia di alzarti e correre accanto a lei, in un immaginario e concitato ballo di gruppo dal sapore italo-caraibico. Davanti a te, seduti composti, marito e moglie si stringono la mano, guardandosi negli occhi ed annuendo soddisfatti. La sorpresa dell’ammirazione da chi, a 50 anni, ti aspetti che possa cantare e ricordare solo qualche brano di Morandi o Cocciante. Invece e lì, apprezza Rihanna e conosce anche le sue canzoni, canticchiandole in qualche modo. Non sembra vero, la frenesia è contagiosa, qualcuno sembra perfino commosso. Ironicamente, di fronte a questo contagio comune, mi chiedo se, qualche ospite, sarebbe disposto ad alzarsi e far accarezzare il suo bambino. Se ne avesse uno e sopratutto se lo avesse portato, con sè, dietro.

Ma, come tutte in tutte le storie, c’è una fine anche in questa. Tornano le luci, proprio mentre Rihanna sta smettendo di cantare. Tutti si ricompongono in modo diligente, ricordandosi di essere adulti, padri, madri o personaggi pubblici. Riceve un mazzo di fiori, come omaggio, e ringrazia l’Italia. Sì, il Paese che tanto ama. E’ innamorata del celebre Stivale e chissà quanti, da stasera, lo saranno, ancora più, di lei. Da una piccola porta esce, scompare, mentre la stessa musica che risuona dalle casse, sembra aver perso il sapore frizzante e irresistibile che aveva reso tutti bambini per molti minuti, poco prima, quando a cantarla era lei. Uscendo, sento qualcuno che analizza il suo look e il suo trasporto, paragonandola ad una Fata Turchina che “crea magie”. Rossa però, per l’occasione. Il rosso, non per niente, il colore della passione.

Rihanna a Milano

Rihanna a Milano
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