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Video killed the radio star

Così cantavano i Buggles nel lontano 1979. Eppure anche a distanza di quasi trent’anni questa frase è tremendamente valida. Ieri stavo gironzolando sui siti delle radio nazionali italiane e, scorrendo la lista degli speaker di ogni singolo network, mi sono accorto che c’era un qualcosa in comune: la presenza di almeno un nome celebre, e

di elia
pubblicato 13 Febbraio 2007 aggiornato 1 Settembre 2020 02:17

Così cantavano i Buggles nel lontano 1979. Eppure anche a distanza di quasi trent’anni questa frase è tremendamente valida. Ieri stavo gironzolando sui siti delle radio nazionali italiane e, scorrendo la lista degli speaker di ogni singolo network, mi sono accorto che c’era un qualcosa in comune: la presenza di almeno un nome celebre, e non sto certo parlando di artisti diventati famosi grazie alla radio, bensì di veri e propri personaggi del mondo televisivo.

Lo so, è un argomento vecchio come il mondo (e il titolo “vintage” di questo articolo ne è l’esempio), ma mi sembra che al giorno d’oggi questo fenomeno sia diventato davvero inarrestabile e, lasciatemelo dire, quasi preoccupante. Per darvi un’idea di cosa sto parlando facciamo uno “scanning” delle più importanti radio nazionali italiane e vediamo cosa salta fuori.
Partiamo dal network più ascoltato in Italia, Radio Deejay, unica radio che nel suo sito usa la parola “personaggi” per identificare il proprio staff, e basta nominare Platinette, Fabio Volo, il Trio Medusa, Luciana Littizzetto ed Elio e le Storie Tese per capirne il motivo (avrei dovuto mettere anche Guido Bagatta?). Proseguiamo con l’ultima arrivata Play Radio, la cui “neo-squadra” è composta sia da indiscussi professionisti dell’FM (lasciatemi citare il grande Emilio Levi, ma anche lo stesso Viscardi) sia da nomi ben più noti, come Fabio Canino, Ambra Angiolini e Flavia Cercato. RTL 102.5 proprio Very Normal People non mi sembra: Pierluigi Diaco, Max Laudadio, Dj Francesco, addirittura Emanuele Filiberto di Savoia.. R101 è un tripudio di personaggi televisivi (in fin dei conti è pur sempre “made-in-Fininvest”): Marco Balestri, Maddalena Cornvaglia, Tamara Donà, Massimo Lopez, Max Novaresi, Federica Panicucci e Raffaello Tonon. RDS ne ha “pochi ma famosi” (Marco Liorni e Rossella Brescia), 105 è figlia della generazione Mtv con Alvin, Alessandro Cattelan e Kris&Kris mentre Capital può addirittura contare su un “fuoriclasse” del calibro di Paolo Bonolis. Kiss Kiss passerebbe l’esame se non fosse per quel Luciano Moggi che proprio sconosciuto non è, e Radio Italia si salva per un pelo (Bruno Longhi e Claudia Peroni appartengono pur sempre al mondo dello sport). Chiudiamo con RMC e la sua Irene Pivetti. Non ho citato il grande Gerry Scotti (R101) in quanto figlio della radio, e con la carriera che si ritrova alle spalle può permettersi di fare tutto quello che vuole. Ed è così che dovrebbe essere: lavorare efficacemente in radio per poi eventualmente (non è certo un obbligo) tentare la strada della televisione.. non il contrario!

Non sta scritto da nessuna parte che un bravo conduttore televisivo possa essere altrettanto bravo alle prese con intro, disannunci e soprattutto interventi che seguano i tempi della radio. Insomma, perché dare tutto questo spazio a personaggi prettamente televisivi, di cui sinceramente la radio può benissimo farne a meno? Non sarebbe meglio puntare su voci nuove, magari prese dall’infinito universo delle radio locali, anziché propinare sempre “i soliti noti”? Davvero una Rossella Brescia si ascolta più volentieri di una Rosaria Renna? O un Raffaello Tonon rispetto ad un Angelo Baiguini? A voi la parola.