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Io sono Francesco, Tricarico: testo e significato della canzone

Testo e significato di “Io sono Francesco” di Tricarico, brano sul dolore della perdita, l’incomprensione e la rinascita personale

14 Febbraio 2025 23:04

Io sono Francesco è il singolo di debutto di Francesco Tricarico uscito nel settembre 2000 ed in seguito inserito nel suo primo album Tricarico. Il disco è stato rilasciato anche in Spagna con il titolo Yo soy Francesco.

La canzone entra in classifica ad ottobre e, grazie anche alla forte programmazione radiofonica, arriva alla numero uno il 19 gennaio 2001. In totale il disco rimarrà in classifica per quasi sette mesi, ottenendo un disco di platino.

Il testo di Io sono Francesco di Tricarico

Leggi il testo di Io sono Francesco di Tricarico.

Buongiorno buongiorno io sono Francesco
Io ero un bambino che rideva sempre
Ma un giorno la maestra dice oggi c’è il tema
Oggi fate il tema, il tema sul papà
Io penso è uno scherzo sorrido e mi alzo
Le vado lì vicino ero contento
Le dico non ricordo mio padre è morto presto
Avevo solo tre anni non ricordo non ricordo
Lei sa cosa mi dice neanche mi guardava
Beveva il cappuccino non so con chi parlava
Dice qualche cosa qualcosa ti avran detto
Ora vai a posto e lo fai come tutti gli altri
Puttana puttana, puttana la maestra
Puttana puttana, puttana la maestra
Io sono andato al posto ricordo il foglio bianco
Bianco come un vuoto per vent’anni nel cervello
E poi ho pianto non so per quanto ho pianto
Su quel foglio bianco io non so per quanto ho pianto
Brilla brilla la scintilla brilla in fondo al mare
Venite bambini venite bambine e non lasciatela annegare
Prendetele la mano e portatela via lontano
E datele i baci e datele carezze e datele tutte le energie
Cadono le stelle è buio e non ci vedo e la primavera
È come l’inverno il tempo non esiste neanche l’acqua del mare
E l’aria io non riesco a respirare
E a dodici anni ero quasi morto
Ero in ospedale non mangiavo più niente
E poi pulivo i bagni, i vetri e i pavimenti
Per sei sette anni seicento metri quadri
Tadana tadadana
Tanananana Tananana
E il mio capo il mio capo mi ha salvato
Li ci sono giochi se vuoi puoi giocare il padre è solo un uomo
E gli uomini son tanti scegli il migliore seguilo e impara
Buongiorno buongiorno io sono Francesco
Questa mattina mi sono svegliato presto
In fondo in quel vuoto io ho inventato un mondo
Sorrido prendo un foglio scrivo viva Francesco
Brilla brilla la scintilla brilla in fondo al mare
Venite bambini venite bambine e non lasciatela annegare
Prendetele la mano e portatela via lontano
E datele i baci e datele carezze e datele tutte le energie
Venite bambini venite bambine
E ditele che il mondo può essere diverso
Tutto può cambiare la vita può cambiare
E può diventare come la vorrai inventare
Ditele che il sole nascerà anche d’inverno
Che la notte non esiste guarda la luna
Ditele che la notte è una bugia
Che il sole c’è anche c’è anche la sera

Il significato della canzone Io sono Francesco di Tricarico

“Io sono Francesco” di Tricarico è una canzone autobiografica e profondamente emotiva, che racconta il dolore della perdita, l’incomprensione e la rinascita personale attraverso la fantasia e la speranza.

La canzone inizia con un ricordo d’infanzia: il protagonista era un bambino felice fino a quando, un giorno, la maestra chiede alla classe di scrivere un tema sul padre. Per Francesco, questo è un momento traumatico perché suo padre è morto quando lui aveva solo tre anni, e non ne ha ricordi. Alla sua confessione, la maestra risponde con freddezza e indifferenza: “Qualche cosa ti avranno detto, ora vai a posto e lo fai come tutti gli altri.” Questo evento lascia un segno profondo, rappresentato dal “foglio bianco”, simbolo del vuoto dentro di lui che durerà per anni.

La seconda parte del brano mostra come questo dolore abbia condizionato la crescita del protagonista. A dodici anni si ritrova in ospedale, debilitato dalla sofferenza, e successivamente lavora come addetto alle pulizie per anni. Tuttavia, trova una sorta di salvezza grazie a una figura paterna alternativa, il suo capo, che gli insegna che il padre è solo un uomo e che nella vita si può scegliere chi seguire e da chi imparare.

La conclusione è un messaggio di speranza: Francesco supera il dolore e trasforma il vuoto in creatività. “Sorrido, prendo un foglio, scrivo viva Francesco.” La canzone si chiude con un’esortazione ai bambini a non lasciarsi spegnere dalla sofferenza, ma a credere nella possibilità di un mondo migliore: “Ditele che il sole nascerà anche d’inverno, che la notte non esiste, guarda la luna.”

In sintesi, il brano parla di perdita, solitudine e riscatto, mostrando come anche le esperienze più dolorose possano essere trasformate in nuova luce e speranza.

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