Home Sotto questo sole, in tuta rossa e col fiatone: Slipknot a Bologna, 25 Giugno 2023 – un report accaldato

Sotto questo sole, in tuta rossa e col fiatone: Slipknot a Bologna, 25 Giugno 2023 – un report accaldato

Gli Slipknot tornano a Bologna esattamente 4 anni dopo uno dei loro show metereologicamente più caldi: molte cose son cambiate, però…

26 Giugno 2023 15:48

29 Giugno 2019: gli Slipknot suonano al Parco Nord di Bologna in uno dei giorni più caldi dell’anno. Prima di loro si esibiscono gli Amon Amarth.
25 Giugno 2023: gli Slipknot suonano al Parco Nord di Bologna in uno dei giorni più caldi dell’anno. Prima di loro si esibiscono gli Amon Amarth.
Solita minestra riscaldata, quindi?
No, proprio no – a parte il caldo, che potrebbe riscaldare corpi, cervelli e minestre.
Se si guardano i dettagli, il concerto 2023 è stato per la prima volta sotto l’insegna del Knotfest, un festival messo in piedi con band selezionate dagli Slipknot stessi e con l’aggiunta (a pagamento) di un museo nel quale si possono vedere le varie evoluzioni delle maschere e i tanti traguardi raggiunti dalla band.
Ci sono anche le differenze sul palco, quelle che contano di più: come in molti ormai sapranno, proprio all’inizio di questo tour il #5, Craig Jones, ha abbandonato la band, venendo rimpiazzato da misterioso figuro dietro le tastiere. Inoltre, il Clown è dovuto tornare a casa per stare vicino alla moglie gravemente malata, lasciando uno spazio terribilmente vuoto accanto ai barili di latta sulla destra del palco – palco che ha un aspetto meno “industriale” e più sovrastato da megaschermi, per non parlare della più vistosa differenza: i capelli di Jim Root sono magnifici, più lisci, molto più voluminosi. E Mick Thomson è molto dimagrito. Questo è il tipo di differenza che solo chi ha un occhio d’aquila può notare, anche se probabilmente non inciderà molto sulla prestazione del musicista.

Sulla performance, invece, si viaggia sui soliti binari: circa 80 minuti di concerto, 16 canzoni suonate tiratissime (dal vivo sembra sempre che suonino al doppio della velocità, ma le durate dei pezzi sono praticamente uguali a quelle su disco), Corey che bestemmia a più riprese, Corey che ci chiama “la sua familia”, la gente che perde la testa sul pezzo più catartico per loro (a livello personale, Duality è impareggiabile per lavarmi via la rabbia che si accumula fra un concerto e l’altro). Fuoco, fiamme, gente che più che pogare si limita a pressarsi fortissimo l’una contro l’altra – a questo proposito, le soddisfazioni maggiori a livello di moshing e circle pit si sono avute con gli Amon Amarth, che hanno scatenato gli istinti più vichinghi mentre Johan Hegg usava Mjolnir per abbattere un gigantesco mostro marino, mentre gli Architects hanno ottenuto il record di crowdsurfing.


Come nota a margine, senza assolutamente entrare nei meriti musicali degli Architects, mentre li guardavo e osservavo la reazione del pubblico mi sono reso conto che i gusti sia musicali che comportamentali italiani sono cambiati: se 15 anni fa il gruppo inglese avesse suonato prima degli Slipknot e, fra una linea melodica e l’altra, avesse chiesto a tutti di fare il simbolo dei cuoricini con le mani, sarebbero stati presi a bottigliate (se avessero suonato prima degli Slayer, sarebbero stati invece uccisi a mani nude durante una invasione di palco). Invece hanno riscosso un buon successo, e chi non era interessato al loro metalcore ha impiegato il tempo mangiando o riposandosi prima del massacro collettivo finale.

Tornando agli Slipknot, i loro concerti sono un necessario rito purificatorio per chi li segue da anni: si sfoga la propria rabbia tutti insieme, si urla tutti per aiutare Corey che è senza voce da settimane, e si esce tutti soddisfatti. Avanti alla prossima, caldissima volta!

PS: avrete notato che non ci sono foto da sotto al palco. Non ne ho fatte, son rimasto sempre in mezzo al pubblico. Spero che bastino le parole e un paio di video, per rendere l’idea anche senza il titolo “guarda le foto più belle degli Slipknot a Bologna”. Noterete anche che mancano accenni al resto del bill – beh, quello è perché sono arrivato troppo tardi. Mea culpa.

Slipknot a Bologna: la scaletta

The Blister Exists
The Dying Song (Time to Sing)
Liberate
Yen
Psychosocial
The Devil in I
The Heretic Anthem
Eyeless
Wait and Bleed
Unsainted
Snuff
Purity
People = Shit
Surfacing
—–
Duality
Spit It Out