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Serate nelle quali non credo

Come al solito quando si parla con i proprietari dei locali si ha la sensazione di avere a che fare con gente che non ha la più pallida idea di quello che vuole a livello di musica, non sto parlando dei direttori artistici o dei p.r. ma del proprietario o amministratore: quello che a fine

pubblicato 6 Dicembre 2006 aggiornato 1 Settembre 2020 02:28

Come al solito quando si parla con i proprietari dei locali si ha la sensazione di avere a che fare con gente che non ha la più pallida idea di quello che vuole a livello di musica, non sto parlando dei direttori artistici o dei p.r. ma del proprietario o amministratore: quello che a fine serata paga.

Per l’ultimo dell’anno, sono in contatto con un locale che mi ha richiesto le solite cose: ” un po’ di revival, commerciale e house”. Per quanto riguarda la commerciale (termine orrendo) non ho problemi tanto meno sulla house che è proprio il mio genere. Per quanto riguarda il revival vorrei fare un’oretta molto anni ’80-’90 per poi “incamminarmi” sull’electro house stile Fisher Spooner, Tiga, Trentemoller e compagnia bella.

Scorrendo i dischi che ho a casa mi accorgo di avere una sacco di roba dalla quale quale devo riesumare una idea di scaletta, mi accorgo che negli anni ’80 e ’90 si facevano veramente dei pessimi dischi trovo una vecchia playlist e rabbrividisco.

1) I can’t stand it – Twenty 4 Seven
2) I say yeah – Stefano Secchi
3) Everybody – F.P.I. Project
4) Get up – Technotronic
5) Touch me – 49ers
6) Hello Afrika – Dr. Alban
7) The Power – Snap!
8) Fantasy – Black Box
9) Vogue – Madonna
10) Found love – Double Dee

Di questi 10 pezzi forse gli unici dignitosi sono quelli di Madonna e degli Snap ..So che il proprietario si incazzerà, ma io inizierò il mio revival con
James Brown “Sex Machine” e da “Pump up the volume” in poi incomincerò a fare brindisi, così nell’ebrezza dell’alcool porterò a casa la mia tredicesima di dj.

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