Home The Pretty Reckless a Milano, 15 Novembre 2022: foto-racconto del concerto all’Alcatraz

The Pretty Reckless a Milano, 15 Novembre 2022: foto-racconto del concerto all’Alcatraz

The Pretty Reckless hanno portato ancora una volta a Milano un rock show grintoso, anche se tutti gli occhi e i cuori erano per Taylor Momsen.

16 Novembre 2022 12:36

Il sacro fuoco del rock and roll scorre nelle vene di Taylor Momsen? 15 anni dopo aver fondato i The Pretty Reckless, e dopo averla testata per cinque tour in Italia, lo possiamo confermare ancora una volta: sì, Taylor Momsen ha tutto il diritto di stare su quel palco, e cantare e suonare quel che vuole.
Non che la cantante abbia bisogno di qualsiasi permesso: con quella voce e con quella presenza scenica, può fare quel che vuole. Eppure, c’è sempre qualche “esperto del rock and roll” che disdegnerà le frontwomen, peggio ancora se hanno un passato da attrici. E dio ci scampi dalle bionde. Ma chi scrive è un tristemente noto “cretino del rock and roll”, giunto al quarto concerto dei Pretty Reckless in zona milanese (nel 2014 al Limelight,
nel Febbraio 2017 al Fabrique, nel Dicembre 2017 all’Alcatraz con gli Stone Sour, tutti recensiti qui su Soundsblog), e lo ribadisco: il gruppo ha grinta e carisma, lo spettacolo è assicurato.
La title-track del nuovo disco apre le danze: Death by Rock and Roll è una scarica di adrenalina, mentre Taylor indossa una giacca di pelle e si aggira sul palco cercando la complicità dei suoi musicisti, appoggiandosi a loro mentre suonano, oppure piegandosi in due prima di esplodere in un urlo. Lo show dura circa 80 minuti, ben ripartiti fra i 3 dischi Light Me Up, Death by Rock and Roll e Going to Hell, mentre misteriosamente dal penultimo album, Who You Selling For, viene suonata solo Take Me Down. Voce e carica non mancano nè alla cantante nè alla band, e per l’ennesima volta i Pretty Reckless mandano a casa tutti felici.

Parlando di grinta, The Cruel Knives iniziano bene, con un bel paio di canzoni tirate, ma poi iniziano a disperdersi fra assoli lunghi e pezzi lenti, facendo sfumare la carica di adrenalina che richiederebbe il ruolo di opener di un concerto. Il gruppo inglese ha tutte le carte in regola per poter crescere, ma deve decidere se voler suonare più sulla sponda punk, o quella più pop.