Home Interviste Mondo Marcio a Soundsblog: “Il rap è tutto un altro mondo. Capito, nuove leve?”

Mondo Marcio a Soundsblog: “Il rap è tutto un altro mondo. Capito, nuove leve?”

Mondo Marcio racconta a Soundsblog il suo nuovo singolo e cosa ne è stato (e ne è tuttora) del rap

di grazias
pubblicato 6 Febbraio 2013 aggiornato 30 Agosto 2020 11:09

Abbiamo fatto due chiacchiere con MondoMarcio, il rapper milanese che ci ha voluto raccontare del suo nuovo singolo Troppo Lontano, terzo estratto dal fortunato disco Cose dell’altro mondo. Tra echi californiani e considerazioni sul rap che fu (e soprattutto su quello che è ora), qui trovate tutto quello che ci siamo detti. Se la provocazione sta alla base del rap, anche Nonciclopedia regala spesso frecciatine al vetriolo. Ne vuoi sapere di più? Eccoti l’intervista, “frà”:

Partiamo dal singolo nuovo “Troppo Lontano”: sei scappato in America a girarne il video perchè in Fight Rap avevi detto di voler strangolare Valerio Scanu e ti sei dovuto dare alla fuga?

No, sicuramente non è stato quello il motivo (ride, ndr). Ho scelto la California perché pensavo fosse la location adatta per le parole del testo e per il messaggio che la canzone vuole mandare. Poi erano paesaggi troppo belli per non metterli nel clip!

In apertura di Fight Rap dici “Il rap senza provocazione cos’è?”?. Bene, ti rigiro la domanda…

Penso che la caratteristica principale del rap sia quella di far ragionare le persone e le persone le fai ragionare “punzecchiandole”, stimolandole dove fanno più fatica a ragionare. Io considero il rap un mezzo di comunicazione ancora prima che un genere musicale. Proprio per questo penso che il rap debba smuovere le persone, i loro animi e i loro cuori oltre che le natiche delle ragazze in discoteca.

Bene, allora partiamo con le provocazioni: in Fight Rap le rappi un po’ a chiunque. Dici anche: “I nuovi rapper giocano a fare i pazzi ma sono più tristi di Truce Baldazzi”. Ora vogliamo sapere a chi ti riferivi. Dai, fatti dei nuovi amici…

In realtà non è diretto a un rapper nello specifico, al di là di Truce che non considero un rapper. Con quella rima volevo riferirmi a un nuovo modo di approcciare il rap da parte delle nuovissime leve che è molto diverso rispetto a quello di qualche anno fa. Per esempio dieci anni fa, quando sono uscito io, gli elementi che contavano erano la tecnica, quello che avevi da dire, e quanto valevi nelle canzoni in generale. L’immagine e il marketing arrivavano dopo. Adesso invece noto che prima c’è l’immagine, il personaggio e poi si parla delle canzoni e questa è una cosa molto triste. Prima della copertina e della paparazzata con la velina ci dev’essere un disco che vale! Altrimenti è controproducente per tutti.

E allora continuo con le provocazioni. Questa la definizione di rap data da Nonciclopedia: “Il rap era, prima del 21° secolo, un genere musicale. Attualmente è una grande, gigantesca scusa per parlare di mignotte, papponi, cocaina; serve anche a dire che io sono meglio di te e che tua mamma è una puttana”. Commenti?

E’ una battuta molto divertente anche se c’è una parte di verità. Come dicevo, tempo fa c’erano dei contenuti nei dischi adesso è come se tutti quanti si sentissero in grado di fare musica rap. Come se non ci fosse davvero bisogno di avere le cosiddette skills per far uscire un buon disco. Di conseguenza capisco chi non è troppo vicino al genere e fa di tutta l’erba un fascio anche se in giro c’è tanta gente che merita.

E cosa ne pensi dei rapper in tivvù? Il primo esempio che mi viene in mente è Ics, secondo classificato di X Factor…

Lui non fa rap, non ha nulla a che fare col genere. Non si dovrebbe neanche dire che fa quel genere perchè confonde la gente. Mi sta simpatico, ma è come dire che io faccio rock perché ho messo due chitarre nel disco.

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