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LUVAQ, Anni Dieci: guarda il video ufficiale della canzone (Anteprima Blogo)

LUVAQ, Anni Dieci: anteprima video della canzone

pubblicato 11 Novembre 2019 aggiornato 27 Agosto 2020 11:01

Si intitola ​Anni Dieci ed è il primo estratto video da ​“Wabi Sabi”, disco d’esordio di LUVAQ​, formazione pugliese composta dal produttore ​Manu PHL (​Emanuele Flandoli) e il chitarrista​ Naima (​Emanuele Perrone)​, affiancati dal bassista ​Anoir Ben Hadj Amara​. Potete vedere la clip -in anteprima per Blogo- cliccando sull’immagine in apertura post.

Pubblicato per l’etichetta indipendente ​La Grande Onda con il sostegno di ​Puglia Sounds Record 2019 (Regione Puglia – Fsc 2014/2020 – Patto per la Puglia – Investiamo nel vostro futuro), ​“Wabi Sabi” ​ raccoglie nove brani che vogliono fortemente sintetizzare il significato del titolo.

Wabi Sabi​, infatti, nella cultura giapponese indica la bellezza insita nella transitorietà delle cose: i momenti musicali del disco sono scritti nell’intimità di una chitarra e un quaderno.

Il tema del tempo, del passaggio degli eventi e della nostalgia già tangibile che questi non tornino più: tutto questo è ​Anni Dieci, il racconto di un momento che svanisce inevitabilmente, ma che cerchiamo di immortalare per sempre, come in una fotografia.

In ​Wabi Sabi , urban e acustico si incontrano mediante i suoni di drum machine e campioni, mescolati con la poesia di una chitarra che richiama quel cantautorato semplice e fragile tipico dell’it-pop. Le canzoni d’amore e di nostalgia raccontano l’ansia sottile del tempo che non si ferma mai, i sogni che sbiadiscono lentamente e l’amore che prova a essere eterno, come un bacio fra le macerie della crisi post-industriale.

“L’album nasce da un nodo alla gola, da quella sensazione di malinconia per un passato che non può più tornare, l’ansia per un futuro sempre più incerto, e dalle cicatrici sotto la pelle, quelle procurate dai rapporti finiti, dalle persone che non ci sono più, dall’impatto dei sogni adolescenziali con l’asprezza del mondo reale. Ma c’è anche la consapevolezza che quelle cicatrici sono bellezza, sono la testimonianza che il tempo vissuto è stato intenso sofferto ma pieno di significato.”

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