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Ivano Fossati lascia la musica con serenità: “Voglio che i miei ultimi concerti siano una festa!”

Ivano Fossati parla del suo abbandono della musica con serenità, lasciando la porta aperta come autore – Intervista

pubblicato 3 Ottobre 2011 aggiornato 30 Agosto 2020 19:08


Quando parla Ivano Fossati parla la musica. Qualcuno che non apprezza il cantante o lo conosce poco penserà “Esagerato”. Ma non è così. Mi spiego meglio. Oggi c’è stata la conferenza stampa per la presentazione del nuovo album “Decadancing” e del libro “Tutto questo futuro” (ultima traccia omonima dell’album). E a parlare non c’era semplicemente un artista ma un uomo innamorato della musica e dei testi che scrive.

Proprio ieri, a nemmeno 24 ore di distanza da adesso, durante il programma di Fabio Fazio “Che tempo che fa”, ha dato l’annuncio shock: lascia la musica. Ma come. Anche lui! In questo periodo si parla del grande abbandono di Vasco Rossi (che poi forse non è proprio tale) e adesso anche Fossati? Lui stesso ne parla con estrema serenità durante l’incontro con la stampa. Ammette di avere suonato il piano fin da ragazzino, ma di essere migliorato solo col tempo

“Non mi serve andare in concerto, mi basta studiare. Studierò ancora moltissimo, l’ho fatto negli anni. Quando ho iniziato a fare i dischi sapevo suonare il pianoforte benino, poi l’ho studiato per altri sei anni e negli anni ’90 lo sapevo suonare molto meglio. Adesso sto studiando ancora e quando non avrò gli impegni di fare dischi, lo farò ancora. Tu dirai: “Perchè?” Per me stesso. Non c’è sempre bisogno di andare davanti a tutti”

Un uomo che ripete quanto sia importante la musica e di aver realizzato con piena coscienza di sentire il bisogno di ritirarsi dalla scene. E non ha paura di essere dimenticato? Lui spera ovviamente di no, ma quello che gli porta comunque fiducia e gioia è sapere che le sue canzoni possano continuare ad essere trasmesse, a viaggiare per i diversi Paesi del mondo. Accenna alla sensazione di entrare in un negozio e di poter sentire le note di una sua canzone che viaggiano nell’aria, l’emozione di sentirle libere nel vento.

Questo un vero artista sogna per se stesso e per il futuro: che resti eterna la musica e poi, in seguito, il suo nome legata ad essa.

“Voglio che i miei ultimi concerti siano una festa. Stiamo sistemato i dettagli con l’organizzazione ma non mi sentirete fare discorsi di addio e arrivederci. Voglio che la gente si diverta, che l’atmosfera sia davvero festosa”

Qualcuno domanda se sia davvero un addio, se non c’è la possibilità di un ritorno o di una serie di concerti successiva. Ma lui resta fermo sulla sua idea, senza prendere alcuna distanza dal suo passato ma, anzi, minimizzando il suo successo nei quattro decenni di carriera:

“Al massimo ho venduto qualcosa come 150.000 album. Oggi come oggi, questa cifra è un successo ma a quei tempi non lo era sicuramente. Non andavo mai oltre le 100 mila, massimo 120 mila”

Confessa di aver avuto un grande sostegno dal suo ruolo di autore e quello, sì, non esclude di poterlo continuare a fare. Ma una tantum

“Se un artista mi chiamasse e mi chiedesse di scrivergli una canzone, quello potrei farlo. Ma solo ogni tanto, senza che diventi una vera e propria costante”

Fossati parla del suo album in maniera onesta, di una società “decadente” mche che diventa “Decadancing”, con il gioco di parole che aspira comunque alla rinascita, al ballare sui problemi senza diventarne vittima. Non c’è una visione pessimista, non c’è una autobiografia nelle sue canzoni, ma solo piccole microstorie da raccontare.

Un’ultima volta prima che il sipario si chiuda sulla sua musica, sui suoi album e sui suoi futuri concerti. Purtroppo. Ma con una sicurezza che nessuno potrà mai mettere in dubbio: Ivano Fossati ha amato la musica, ama la musica e la amerà. Per sempre. Probabilmente senza però più condividerla come prima con i suoi fan.

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