Home Notizie Cranio Randagio, Petrolio: “Io volerò, volerò via” (testo e video)

Cranio Randagio, Petrolio: “Io volerò, volerò via” (testo e video)

Il ricordo degli amici, lo sfogo della mamma e la “canzone-testamento”.

pubblicato 14 Novembre 2016 aggiornato 28 Agosto 2020 12:17

Cranio Randagio se n’è andato due giorni fa, dopo una festa a casa di alcuni conoscenti. Oggi la mamma ed i suoi amici sono costretti a fare i conti con la realtà, triste e bastarda. Vittorio era un ragazzo di 22 anni, faceva il rapper ed era un ragazzo pieno di sogni. Aveva dovuto fare i conti con la morte del padre, quando era piccolo, ma si era saputo rialzare e aveva trovato nella musica una via d’uscita.

LA MAMMA – Carlotta Mattiello è distrutta dal dolore. “Quelli non erano i suo amici. Era una nuova compagnia. Quella sera mi ha detto ‘vado a una festa’ e non è più tornato. Io lo chiamavano mentre lui stava male, ma perché nessuno rispondeva? Perché nessuno rispondeva al telefono di mio figlio che squillava, squillava in quella casa privata? Perché stava male e nessuno mi ha avvisato? Perché nessuno ha detto niente? Perché i soccorsi sono stati chiamati in ritardo? Non era il suo solito giro di amicizie. Erano persone nuove con le quali aveva girato un video. Ora voglio i fatti, voglio che la polizia accerti cosa è successo: mio figlio è andato a una festa come tante altre volte, ma non è più tornato”. Erano in 12 a quella festa in una casa privata della Balduina, a Roma.

GLI AMICI – “Ciao Vit, è strano trovarci tutti insieme riuniti dietro un computer, cercando le parole giuste per descrivere quello che sei per noi. A salutarti, per l’ultima volta. Avremmo preferito farlo a modo nostro, ieri sera, nel bel concerto che avevamo organizzato tutti insieme per riabbracciarti. Era tutto organizzato: la location, la scaletta, la strumentazione. A te sarebbe bastato portare il tuo sorriso contagioso e la tua irrefrenabile voglia di cantare la vita in versi: ne sarebbe uscita una serata perfetta. In fondo la nostra amicizia è sempre stata così: anche quando la tua musica e le tue passioni ti portavano lontano da noi, ad ogni tuo ritorno era come se non ci fossimo mai persi di vista. Il tempo che ci divideva non ostacolava il nostro rapporto perché il bene che ci volevamo è sempre stato più grande di quelle distanze che tentavano invano di tenerci separati”.

“E no, neanche il successo che hai ottenuto è riuscito a farti montare la testa e a permetterti di dimenticarti di noi: sei rimasto sempre fedelmente riconoscente alle tue origini, a quella strada che ci ha visti crescere insieme, mano nella mano, un centimetro dopo l’altro. Non senza batoste. Quella strada che era il tuo pane quotidiano e l’anima dei tuoi testi. La tua sensibilità riusciva a mettere in rima la vita di tutti i noi: dalla serata in terrazza, alla birra tutti insieme, all’incontro in oratorio con gli scout. Sempre a modo tuo, senza farti mai mettere i piedi in testa da nessuno. Volevi essere unico, perché tu eri unico. Eri te stesso nell’errore e nella cosa giusta: non hai avuto due facce, non hai mai indossato la maschera del buono o quella del cattivo. Eri sempre Vittorio. Quel randagio di Vittorio che ci ha lasciati così, con un computer in mano e un vuoto troppo grande dentro al cuore. Ladri di emozioni: la morte si piange, non si discute”.

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MIKA, giudice che l’aveva scelto a X Factor 2015 (era arrivato agli Home Visit) – “Il mio pensiero va alla madre e la famiglia di Vittorio Cranio Randagio. Ricorderemo la sua grande voglia fare musica e condividere quello che sentiva”.

GIO’ SADA – “Non ho così tante lacrime. Col cuore frantumato. Ti amo amico mio”.

DAVIDE SHORTY – “Andate a dire che Vittorio era l’ennesimo ragazzino drogato, ma che cazzo ne sapete di lui, con che faccia giudicate? Siamo qui per amare, non per darci addosso, a tutti noi piace fare festa, tanti di noi sono evasi dalla realtà, ed è umano a volte non volersi bene abbastanza…ma Vittorio amava la vita, non andate in giro a dire il contrario se non lo conoscevate. Guardiamoci dentro piuttosto, ognuno di noi deve mirare ad essere migliore e a prendersi piú cura di se stesso.
Io non accetto i giornali, i giornalisti che riducono tutto a due parole, etichettando, semplificando, banalizzando…non li accetto, li disprezzo profondamente”.

“Vittorio era grande, gigantesco a tratti, ma incontenibile nel suo piccolo corpo da ragazzo ventenne. A lui non importava, usciva fuori, sapeva solleticare il cuore delle persone, con le parole più giuste per lui e per gli altri, sputava il dolore, se ne liberava, si affrontava e sembrava uscirne sempre vincitore. Buono, gentile, anche se un po’ arrogante, quell’arroganza che solo chi suda veramente per sognare si può permettere, (a quell’età poi…) e lui sognava, fino all’ultimo respiro, su questo non ci sono dubbi.
In fin dei conti lo conoscevo pure da relativamente poco, ma lo chiamo fratello, perché ci eravamo innamorati l’uno della musica dell’altro, delle nostre anime, perché la sua presenza nella mia vita era preziosa, come la mia nella sua. Ma alcuni cervelli sono proprio un casino, ed é impossibile leggervi dentro”.

PIOTTA – “A conoscerlo dall’ennesimo titolo, scritto ad arte per monetizzare e fare click, la sua sembrerebbe la vita di un artista maledetto. Nulla di più falso. Ho avuto modo di apprezzarlo sul palco, a tavola, e nei fidati racconti di un amico come Francesco Squarta Caligiuri. Un ragazzo in gamba, puntuale, lucido. Un artista creativo, prolifico, serio. E questo potete sentirlo da voi cliccando, stavolta sì, su canzoni poetiche come Petrolio. E’ una “uscita di scena” tanto inaspettata quanto dolorosa, per i familiari, i suoi amici più intimi, ma a quanto pare, al netto di un’autopsia ancora da fare, la gente – complice quel pubblico generalista da talent tv – ha già in mano la sua… Sentenza. Basta leggere i tanti commenti ignoranti e fuori luogo sotto questi titoli da squallida monetizzazione tutti “alcool, droga, rap”. Come se nessuno di loro fosse stato ragazzo. Come se nessuno qui abbia mai fatto serata. Io l’ho fatto e lo farò ancora per cui non solo non giudico nessuno ma spero che Cranio Randagio RIP possa essere ricordato per come davvero era e per come probabilmente vorrebbe. Che parli la musica, la sua.

PETROLIO, LA CANZONE-TESTAMENTO – “Io volerò, io volerò via, volerò via, come un gabbiano anche se il petrolio i pesa sul dorso smorzando la scia… io volerò via, volerò via perché nel cielo c’è molto di più che in questa terra sbranata da gru, che in questo cielo sempre meno blu…”. Sembra quasi una canzone testamento. Fa’ buon viaggio, Vittorio.

Cranio Randagio, Petrolio, Lyrics

Ho tolto i sassi dalle scarpe
e levigato i calli
da roma nord fino alle Ande
diventando grande

Ho fatto passi in queste lande
degni dei giganti
per ritrovarmi in ogni caso
a casa fra le carte

E cantami il tuo nuovo pezzo
mi diceva mamma
mentre singhiozzava nella stanza
mi chiedeva di portarle il testo
che non mi capiva poverina
aveva testa altrove
affitto e la benzina

Io che mi detesto perché ho perso anche le tracce di me stesso
faccio tracce su me stesso non vedendo mai una lira
ci litigavo ma è normale
lei mi vuole ai talent
dice che il talento vale doppio quando è in copertina

Non ci arriva che mi dovrei ricoprire di mantelli come Harry fino a scomparire
qua la fama è fieno nel fienile
e se il fattore arriva infilza col forcone fotte tutte le tue aspettative
è facile perire

Io volerò, io volerò via
come un gabbiano pure se il petrolio mi pesa sul dorso smorzando la scia
io volerò via, io volerò via
perché nel cielo c’è molto di più
che in questa terra sbranata da gru
che in questo oceano sempre meno blu

Dammi un motivo per restare
per mollare l’ancora
qui dove tutto è un detestare
ciò che l’altro fa

Ci hanno oppressi per testare
quanto è forte l’anima
per quanto a pezzi possa amare
un giorno spirerà
cammino fra le spighe come Russel
slacciando le corazze perché non mi serviranno, casa mia è sicura
ma quanto può far male dopo anni di battaglie ritornare a casa
e ritrovare gli affetti in cenere scura?
eh? eh? ma quanto cazzo è dura?

In questa stanza sono tutti
il nuovo Ed Sheeran
la bella voce, la chitarra, la faccia pulita
io che stavo ribaltato fino al giorno prima
triturato sopra un marciapiede a rifiutar la vita

Guarda mamma sono in tv come molti divi
fra chi sta senza obbiettivi tranne il flash di un obbiettivo
ma tra ‘sti morti vivi c’ho trovato qualche amico
adesso suona insieme a me
accompagnato da buon vino

E ho fatto buon viso a cattivo gioco
riso del maremoto che mi limitava l’aria
ma intanto fra 50 mila
sto tra i primi 24
ma non sarà certo X Factor
a dirmi quanto valgo

La gente si dimentica
si scorda in un secondo
anche soltanto che tu possa stare al mondo
ma come disse un sommo dall’alto del suo intelletto
non puoi fermare il vento
solo fargli perder tempo

Io volerò, io volerò via
come un gabbiano pure se il petrolio mi pesa sul dorso smorzando la scia
io volerò via, io volerò via
perché nel cielo c’è molto di più
che in questa terra sbranata da gru
che in questo oceano sempre meno blu

Dammi un motivo per regnare
mica una corona
voglio spiccate tra la gente
dirgli che funziona
quando dai tutto per qualcosa
fino alla psicosi
prima o poi si esulta,
te lo giuro si
ci spero ancora
dai spalancami le porte
parlo con te il vero sovrano
di sta roba, quello che ascolta e diffonde
io ho qualcosa di importante
da dovervi raccontare
nessun non ce la farai
vale quanto un non mollare

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