Home Cesare Cremonini: “Morandi, Dalla e De Gregori i miei miti musicali”

Cesare Cremonini: “Morandi, Dalla e De Gregori i miei miti musicali”

Cremonini intervistato da F parla degli ultimi successi

pubblicato 21 Agosto 2013 aggiornato 30 Agosto 2020 05:15

Cesare Cremonini sta vivendo un periodo d’oro. Il suo ultimo tour, che l’ha portato a suonare anche al Foro Italico di Roma e all’Arena di Verona, ha registrato il tutto esaurito. Ha vinto il Nastro d’argento 2013 a Taormina col brano Amor mio cantata da Gianni Morandi nel film Padroni di casa. E proprio per Morandi, oltre che per altri artisti italiani, ha ammesso al settimanale F di avere una vera e propria venerazione:

“Per me Gianni Morandi è come un teenager. Duettare scherzosamente con lui ai Nastri d’Argento e stringergli la mano è stato come stringere la mano alla musica. Poi un altro mio ideale talmente inarrivabile da diventare indefinibile è Lucio Dalla. Ha esplorato tutte le strade. Il suo linguaggio sociale oltre al suo fenomenale senso della musica e dello spettacolo lo portano al punto da essere senza eredi o almeno senza un unico erede. Di De Gregori apprezzo invece tantissimo che nel suo lungo percorso non si è mai svenduto. E’ sempre stato onesto con se stesso e con il suo pubblico”.

Quanto ai cantanti che ascoltava da giovanissimo, dice che la sua primissima canzone è stata Acqua azzurra acqua chiara di Lucio Battisti. Di musica straniera ascoltava, invece, i Queen e Bob Dylan, che “mi ha letteralmente sconvolto la vita”.

Passando al suo ultimo album di grande successo, La teoria dei colori, Cremonini è contento che il pubblico abbia apprezzato un pezzo poco commerciale come La nuova stella di Broadway:

“L’ispirazione mi è venuta vedendo il musical cinematografico Chicago. Quando l’ho composta l’avevo adattata alle sonorità del nuovo disco ma poi ho capito che ci voleva una sensibilità diversa, adatta agli anni ’40. Avevo molti timori e invece è stato un vero successo. E’ proprio vero che il pubblico è sempre più avanti”.

Vi ricordate, invece, l’assunto cremoniniano per cui “giochiamo ad armi pari, Gli Uomini e le Donne sono Uguali”? A quanto pare ci ha ripensato, le donne hanno persino rimontato:

“Quando al Festival di Sanremo la Littizzetto ha fatto il monologo sulle debolezze degli uomini e sulla forza di volontà delle donne, mi sono riconosciuto in pieno. Le donne oggi sono attente, meno superficiali di noi uomini, anche più determinate a occupare nuovi spazi di attenzione e di impegno, più assorbite nella vita e nella costruzione individuale”.

Cesare motiva il fatto di avere più pubblico femminile proprio per la “loro sensibilità e capacità di identificarsi con le situazioni che canto nelle mie canzoni”.