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Bonobo live ad Amsterdam

“Ma tutta questa gente è per i Bonobo?”“Non pensavo fossero così famosi”Dal vostro inviato speciale in Olanda, due righe sui Bonobo live all’essenziale Milkweg.Il locale è murato da un pubblico più sovraeccitato di quello che è legittimo aspettarsi per un gruppo downbeat targato Ninjatune. L’empatia si tocca. Fischi e gioia per i brani che cominciano,

pubblicato 18 Febbraio 2007 aggiornato 1 Settembre 2020 02:15

“Ma tutta questa gente è per i Bonobo?”

“Non pensavo fossero così famosi”

Dal vostro inviato speciale in Olanda, due righe sui Bonobo live all’essenziale Milkweg.

Il locale è murato da un pubblico più sovraeccitato di quello che è legittimo aspettarsi per un gruppo downbeat targato Ninjatune.

L’empatia si tocca. Fischi e gioia per i brani che cominciano, riconosciuti dalle prime tre note. Il sassofonista (che alla calata del sipario si rivelerà l’uomo cocnerto), cravatta e coppola, scherza con il pubblico fingendo di stonare un assolo. Allegria e giubilo.

Intubata di nero, la cantante si mostra una voce sempre alla mano e rilassata, nei tempi morti si diverte a fare foto alla band e al pubblico come una flickeriana convinta, non deve temere confronti, nemmeno con Beth Gibbons.

La seconda parte della serata in calo. Il pubblico ne vuole di più, ma il batterista si perde in viaggi raffinati sul charleston con stile troppo depilato. Pesta su quel rullante, dai, oh. I ragazzi non vogliono uscire dagli schemi, sembrano pensare che la gente è lì per rievocare le atmosfere chill di un ascolto casalingo.

Grande recupero e rilancio sul finale, il batterista smette di ascoltarsi in cuffia, the man in the shadow continua a fare il suo buon lavoro con l’elettronica, il sassofonista che ha è passato avanti e indietro dal contralto, al tenore, al baritono è caldo da paura. Dialoghi brillanti fra tutti, basso che comanda. E poi via, bei ricordi come Coltrane, furore del pubblico. Bis, bis, bis.

Da Amsterdam passo e chiudo. Se avete domande sono qui.