Home Gossip e curiosità Bobby Solo: “Cantai per la figlia del boss. Mio figlio a Sanpa grazie a Red Ronnie”

Bobby Solo: “Cantai per la figlia del boss. Mio figlio a Sanpa grazie a Red Ronnie”

Il popolare cantante: “Non ho mai avuto alcun rapporto di amicizia con loro. La mia canzone preferita? Non c’è più niente da fare”.

18 Febbraio 2021 10:09

In un’intervista al Corriere della Sera, il popolare cantante Bobby Solo ha ripercorso la sua lunghissima carriera raccontando alcuni lati molto curiosi del suo percorso artistico, a tratti sorprendendo. Un esempio? Per il signor Roberto Satti (questo il suo nome all’anagrafe) la sua canzone del cuore non è Una lacrima sul viso, bensì Non c’è più niente da fare, del quale ha spiegato la genesi:

“Mogol si era separato dalla moglie Serenella e la casa discografica voleva un disco per fargli fare pace. Io non ero convinto. Così nella facciata A cantai Serenella com’eri buona com’eri bella, ma nella facciata B registrai Non c’è più niente da fare e venne scelta come sigla per una serie tv dedicata a Totò. Vendette 1,8 milioni di copie. Fu una bella soddisfazione”.

L’interprete ha poi precisato che Una lacrima sul viso vendette sì 12 milioni di copie, ma in tutto il mondo, mentre nel nostro Paese solo 2 milioni. Un altro passaggio molto interessante è relativo al suo rapporto con la famiglia mafiosa italo-americana dei Gambino:

Non ho mai avuto nessuna amicizia con i Gambino, ma sono una persona riconoscente. Nel ’77 feci una tournée in America con Franco Franchi, Lino Banfi, Rosanna Fratello e altri. L’impresario era un po’ tirchio e mi dava 15 dollari al giorno come rimborso pasti. I Gambino venivano spesso alle prove, amavano i cantanti italiani. Così quando dissi al body guard di Gianni Gambino che avevo sempre fame, lui mi fece dare 50 dollari al giorno per tutti i 40 concerti in programma”.

Solo ha poi raccontato di quando ha cantato al matrimonio della figlia del boss:

“Mi chiamò l’impresario di Mike Bongiorno e disse che dal penitenziario di Reno Gambino aveva chiesto che cantassi alla festa a Staten Island e chiedeva quanto volevo. Risposi che andavo gratis, volevo sdebitarmi. Loro poi mi diedero 10 mila dollari scartocciati “per i regali ai bambini”. La sera in albergo stirai le banconote con un posacenere Lucky Strike”.

Infine, l’artista ha ripercorso l’esperienza del figlio Alain, che era stato alcuni anni nella comunità di San Patrignano per eroina”, ringraziando in particolare una persona:

“(Alain, ndr)Ne è uscito benissimo, mi ha dato 4 nipotini, alleva golden retriever. Red Ronnie mi aiutò a bypassare la lista d’attesa: senza il suo intervento Alain sarebbe morto”.

 

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