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Bello Figo, chi è il rapper che sta facendo impazzire il web (e Alessandra Mussolini)?

Ecco chi è Bello Figo, il rapper “capo dello swag” che spopola con la canzone sul “Referendum costituzionale” e la litigata con Alessandra Mussolini.

pubblicato 3 Dicembre 2016 aggiornato 28 Agosto 2020 11:39

Qualcuno lo definisce “un genio creativo”, qualcun altro “fenomeno da baraccone” o “un personaggio da seguire sui social per il puro gusto di ridere un po’”. Per Alessandra Mussolini è “uno da prendere a calci”, mentre lui si autodefinisce il “capo dello swag”. Bello Figo (Gù, se volete) è semplicemente un rapper che, attraverso rime provocatorie e volutamente sarcastiche, trolla il mondo politico e sociale italiano. Nato 23 anni fa in Ghana, Bello Figo dodici anni fa si trasferisce a Parma con la sua famiglia e comincia a rappare sul web con il nome Gucci Boy (nomignolo poi abbandonato perché contestato in tribunale dall’omonimo marchio di moda).

Canotte eccentriche, pantaloni a vita iper-bassa, capelli color biondo platino ed un tatuaggio di Hello Kitty sul petto: così il rapper ghanese è riuscito ad attirare l’attenzione degli smanettoni del web. “La gente cliccava i miei video e tutti parlavano di me. Solo che a un certo punto se uno cercava Gucci su Google usciva la mia faccia. E allora gli avvocati mi hanno mandato una mail, chiedendo di cancellare il profilo. Ma mica potevo perdermi tutte le visualizzazioni, no? Così a gennaio 2013 sono finito in Tribunale, con Gucci abbiamo raggiunto un accordo e adesso ho un altro nome”, ha raccontato al Giornale di Brescia.

“Nel giro di poco è diventato il capostipite dei lol – rapper“, scrivono. Merito delle sue canzoni demenziali come “mangio pasta col tonno, col tonno, col tonno” (ripetuto in loop), “stasera scopo”, “ce l’ho grosso” o “mi faccio una seGha”. Certamente non rime di qualità ma pseudo-divertenti: e giù milioni di views per ogni pezzo (oltre 41 milioni nel complesso). “Molti pensano che sono finto ma io canto ciò che vivo…Se io mi sveglio la mattina e mi faccio una sega allora canto Mi Faccio Una Sega, non posso star lì su una roba studiata, non posso cantare “Sono innamorato” perché non c’ho la ragazza e per questo mi faccio una sega”, ha dichiarato a Rolling Stone. Non fa una piega.

Ma c’è anche satira sociale e politica legata al mondo degli immigrati – ed è proprio quella che sta facendo discutere: “Avremo trentacinque al giorno / in albergo a fare festa con le fighe bianche“, “Non pago affitto, siamo negri noi“, “Non faccio l’operaio, non mi sporco le mani perché sono già nero”, “E poi vogliamo wi-fi, anche stipendio”, “Andiamo in stazione a rubare biciclette”.

Perché Bello Figo fa divertire ed indignare così tanto allo stesso tempo? Basilico su Il Foglio è riuscito a sintetizzare al meglio il nostro pensiero: “Perché in quattro anni nessuno ha capito se faccia sul serio o meno, perché, con onomatopee fastidiosamente futuriste, tratta temi di attualità che molti colleghi ‘rapper’ col patentino hanno abbandonato; perché fa ridere, incazzare, indignare milioni di persone con frasi senza senso, maiuscole a casaccio e continui richiami ad una sessualità da ragazzino infoiato, provocando reazioni che i parrucconi delle colonne dei grandi quotidiani si sognano. Bello FiGo ci insegna che si può scherzare su tutto, sulle paure, sul terrorismo, sui dittatori ma soprattutto su noi stessi”.

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