Home Alvaro Soler a Blogo: “Non mi sarei mai aspettato che la gente mi riconoscesse per strada” (video)

Alvaro Soler a Blogo: “Non mi sarei mai aspettato che la gente mi riconoscesse per strada” (video)

Da “El Mismo Sol” a “Sofia”: ci siamo fatti raccontare dal cantautore questo suo anno, dopo il grande successo della scorsa estate

pubblicato 20 Aprile 2016 aggiornato 28 Agosto 2020 18:23

Alvaro Soler, grande protagonista musicale dell’estate 2015 con il singolo-tormentone “El Mismo Sol”, è tornato con un nuovo brano, “Sofia”, che anticipa il suo prossimo lavoro di inediti “Eterno Agosto Italian edition”, in uscita il 15 luglio.

Lo abbiamo incontrato…

L’anno scorso la tua canzone è stata incoronata regina dell’estate. Sono sicura che non te lo aspettavi, ma come hai reagito?

E’ stato folle, tutto è successo molto velocemente, non sapevo come reagire. C’era molto lavoro da fare, ero molto concentrato per fare tutto bene, la tv, le interviste, le performance. Così se non fosse andata bene dopo non ci sarei stato male. E folle lo è ancora.

E per quanto riguarda i fan italiani?

La loro reazione è stata incredibile, il Coca Cola Summer Festival è stato il momento in cui ho davvero sentito il potere dei fan italiani, tutti cantavano la canzone. Ho amato il supporto che mi hanno dato fin dall’inizio, e sono molto grato.

Ti hanno ad esempio fermato in strada per fare dei selfie, cose del genere?

Sì, è stata la prima volta in cui mi sono reso conto che le persone potevano riconoscermi per strada. E’ stato un momento in cui ho ripensato alla mia vita. Mi sono accorto che era inaspettato, non mi sarei mai aspettato che la gente mi riconoscesse. Non sapevo ancora che la canzone fosse così famosa. Ma lo era, ed è stata una bella sorpresa.

Passiamo a “Sofia”, che è il tuo nuovo singolo. Quando l’hai scritta?

L’ho scritta a Los Angeles, io e il mio team siamo andati lì per scrivere dei pezzi – e questo è uno di quelli che abbiamo scritto -. Parla di una storia d’amore che non è andata tanto bene, ma è una riflessione sulla realtà. Nella vita hai momenti brutti – come ad esempio quando si rompe un rapporto – e cerchi di capire come trasformarli in energia positiva. La musicalità e le vibrazioni del pezzo sono così positive che ti chiedi ‘perchè il testo è così triste’, ed è proprio questo che bilancia il tutto. E’ un invito a non lasciarsi sommergere dai problemi, ma cercare una soluzione e fare qualcosa di meglio.

Quando scrivi una canzone, qual è la tua situazione ideale?

Penso: io, da solo, da qualche parte, dove mi sento a mio agio. Adesso invece ho iniziato a scrivere con altre persone nella stessa stanza, all’inizio era un po’ strano, ma bisogna imparare ad aprirsi e a condividere le idee, ed è grandioso. Però quando devo concentrarmi sulle mie cose devo essere da solo.

Qual è il tuo primo ricordo legato alla musica?

Mi ricordo della musica che i miei genitori mettevano in auto, mi sentivo molto al sicuro in quel momento. Un tipico venerdì pomeriggio, dopo scuola, andavamo via per il weekend, e mi ricordo di quelle canzoni, di me che mi addormentavo sul finestrino, queste sensazioni.

Invece quando hai iniziato a suonare?

Ho iniziato a 10 anni, i miei genitori mi diedero un piano e ho imparato lì. Poi ho iniziato a suonare la chitarra, è così che è andata.

Il tuo pezzo “El Mismo Sol” è stato ascoltato su Spotify quasi cinquanta milioni di volte, cosa ne pensi di questo modo di fruire la musica?

Penso che sia il futuro della musica, non penso che la gente accumulerà la musica nei telefoni. Lo streaming è la soluzione, è molto semplice, veloce, e anche molto economico. Ci vogliono molti utenti per usarlo, e quando riesci a ottenerli è ottimo.

Ti vedremo in tour questa estate?

E’ tutto ancora in via di definizione, faremo qualche festival in Europa, ma mi piacerebbe andare in tour.