Home Alestorm e Gloryhammer a Milano: foto-report dal concerto all’Alcatraz, 1 Febbraio 2023

Alestorm e Gloryhammer a Milano: foto-report dal concerto all’Alcatraz, 1 Febbraio 2023

Pirati, esseri interdimensionali e nani: una serata di metal spensierato se la meritano tutti. Ecco com’è andata al concerto di Milano.

2 Febbraio 2023 14:14

Metal fatto da pirati, esseri interdimensionali e nani. Metal fatto per divertirsi, ma con molta convinzione. Chi non apprezza questo lato ludico e colorato del metal, vedrà sempre “dei buffoni”, ma non possiamo occuparci di chi non capisce. Occupiamoci di chi gode alla vista di un martello gigante usato per scacciare dei goblin, o di una papera gigantesca con una benda sull’occhio. Ebbene, popolo degli unicorni arcobaleno, vi siete divertiti? Vi siete bevuti ben più di una birra?
Spero di sì, perché la serata è stata ottima.

Purtroppo i Rumahoy si esibiscono ad un orario poco piratesco, e li perdo in pieno. Va però segnalato che quando arrivo all’Alcatraz, poco prima dell’inizio della seconda band in cartellone, il locale è già quasi completamente pieno, anche se si sta parlando del Palco B, quello piccolo.

I Wind Rose sono felici di suonare in Italia, e i loro incitamenti a bere birra e scavare buche suonano potenti, quando pronunciati nella loro lingua madre.
Il gruppo toscano dimostra di essere molto più di una “one hit wonder”, perché la maggior parte dei loro brani è velocemente memorizzabile e affascinante. Ci sono quindi pezzi come Drunken Dwarves e epici come Together We Rise, anche se ovviamente tutti attendono Diggy Diggy Hole, che viene proposta anche nella sua versione “dance remix”, trasformando tutto il pubblico in nani scavatori.

I Gloryhammer erano gli headliner all’Alcatraz il 2 Febbraio 2020, e prima di loro suonarono i Wind Rose. Fu uno degli ultimi concerti pre-pandemia.
Son passati 3 anni esatti, e il mondo è sicuramente cambiato. Non tanto per quel piccolo fatto della pandemia, ma principalmente perché è cambiato il cantante dei Gloryhammer, anche se sul palco è rimasto il nome di Angus McFife.
Non voglio mettermi a cercare difetti nel nuovo cantante, la sua voce è più che adeguata e si è trovato a riempire un ruolo decisamente ingombrante. Il concerto mi è piaciuto, ma non riesco a togliermi la sensazione che Sozos Michael non abbia stretto con sufficiente convinzione il Martello della Gloria. Il ruolo di cantante dei Gloryhammer è anche attoriale, e a Sozos manca ancora qualcosa, per immergersi completamente nel ruolo di Angus McFife. Forse con le nuove canzoni (e magari un nuovo personaggio!), la situazione diventerà perfetta. Per stasera, è stato un concerto molto buono e coinvolgente, ma non riuscivo a togliermi quella strana sensazione dalla testa. O forse è solo un incantesimo di Zargothrax.

Guardandosi intorno mentre sul palco viene portata la gigantesca papera con occhio bendato, si nota che la quantità di persone vestite da pirati è spaventosa, così come è impressionante la quantità di magliette degli Alestorm indossate dal pubblico: un sostegno forte e deciso verso chi ha fatto del bere, suonare metal e fare il cazz0ne una ragione di vita.
Di conseguenza, il concerto è esattamente quello di cui tutti hanno bisogno: c’è del metal, c’è molto alcool nel corpo di tutti, e gli atteggiamenti non potrebbero essere più cazz0ni. Come si diceva in apertura, il “pirate metal” può benissimo non essere apprezzato da tutti, ma per chi ne segue le prodi gesta, è la giusta valvola di sfogo. Un dettaglio interessante, a livello musicale, è che gli arrangiamenti dal vivo spesso vanno a toccare sonorità moderne e più elettroniche, vicine a quelle degli Electric Callboy ad esempio, che suoneranno sempre a Milano fra una settimana. Il metal che si evolve, il metal che si ubriaca e flirta con la dance. Non c’è niente di male, per una ciurma di pirati. E chi vuol essere lieto, sia: uno show di questo tipo sarebbe perfetto ogni paio di mesi.