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L’equo compenso di Nokia e Philips

L’equo compenso è una tassa sulle vendite degli apparecchi e dei supporti vergini per la registrazione che, introdotto in quasi tutti i paesi europei, dovrebbe compensare autori, artisti e produttori del beneficio della copia privata e quindi della copia dei fonogrammi e videogrammi dell’opera da parte del legittimo possessore della copia originale a tanto caro

pubblicato 10 Ottobre 2006 aggiornato 11 Febbraio 2021 16:07

L’equo compenso è una tassa sulle vendite degli apparecchi e dei supporti vergini per la registrazione che, introdotto in quasi tutti i paesi europei, dovrebbe compensare autori, artisti e produttori del beneficio della copia privata e quindi della copia dei fonogrammi e videogrammi dell’opera da parte del legittimo possessore della copia originale a tanto caro prezzo acquistata.

Dopo la volta della Business Software Alliance, adesso sono due colossi europei della tecnologia a chiedere l’abolizione di questa tassa che a loro parere si traduce in una tassa doppia per il consumatore che da una parte paga quando acquista un player mp3 e dall’altra parte paga la tassa anche quando scarica la canzone che ascolterà con quel player da uno dei tanti servizi web.

Si dimenticano di dire che il motivo per cui questa tassa è inaccettabile non è questo, ma è che essendo pagata con il prezzo dell’acquisto dei supporti vergini e gli apparecchi di registrazione, la pagano tutti indiscriminatamente dal loro utilizzo, anche chi compra un cd per masterizzarvi musica senza nessun diritto d’autore o software Open Source o Free.

Questa tassa nuoce alle finanze della Nokia, della Philips e di tante altre aziende, e nuoce anche alle tasche dei consumatori. Ma la sua eliminazione gioverebbe alle finanze delle aziende produttrici di tecnologia del settore , ma meno alle tasche dei consumatori in quanto il prezzo di un prodotto lo crea il mercato, quindi è calcolato principalmente su quanto un consumatore può (e in maniera meno forte, vuole) pagare e non è dato dal suo costo di produzione a cui si aggiunge la tassa dell’equo compenso.

Il prezzo si è infatti creato indipendentemente dalla tassa, o almeno la sua incidenza è minore di quanto si pensa nella formazione del prezzo.

Come vengano distribuiti i soldi ricavati da questa tassa non lo immagino neppure -come se lo dividono realmente intendo- come li dividono tra autori. artisti e produttori e quali autori, artisti e produttori ne baneficiano e quanti e secondo quali criteri è un argomento da non indagare -ne verrebbe fuori un giallo troppo articolato.

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