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LimeWire denuncia RIAA. British Library attacca DRM

Fino ad ora le major, rappresentate dalla RIAA, Associazione americana dei produttori discografici, hanno fatto la voce grossa denunciando tutti e tutto quello che non gli andava a genio; ma a quanto pare le cose potrebbero cambiare: cosa succederebbe se qualcuno decidesse di denunciare la RIAA di essere un oligopolio, un cartello contro la libera

pubblicato 28 Settembre 2006 aggiornato 11 Febbraio 2021 16:08

Fino ad ora le major, rappresentate dalla RIAA, Associazione americana dei produttori discografici, hanno fatto la voce grossa denunciando tutti e tutto quello che non gli andava a genio; ma a quanto pare le cose potrebbero cambiare: cosa succederebbe se qualcuno decidesse di denunciare la RIAA di essere un oligopolio, un cartello contro la libera concorrenza? Certo non sono accuse infondate e non sarà facile per i loro avvocati dimostrare il contrario. Finché l’unica occupazione della RIAA era foraggiare le proprie lobby a Washington per far passare assurde leggi a loro favore, era facile avere successo, ma la giustizia americana, una volta chiamata in causa deve difendere prima di tutto la propria onorabilità difronte al popolo americano, e non farà favori. In passato la giustizia americana non è stata tenera contro i monopoli e gli oligopoli, e si è dimostrata capace, nei processi contro le multinazionali del tabacco, di difendere gli interessi del proprio popolo contro i compatrioti ricconi e spietati.

La denuncia in questione è stata presentata da LimeWire, titolari dell’omonimo p2p che a differenza dei loro compari che hanno accettato di chiudere o di pagare milioni e milioni di dollari come risarcimento, ha deciso di passare al contrattacco e di prendere lei stessa l’iniziativa penale.

Altra interessante notizia che ci fa capire come ormai l’opinione pubblica sia sensibile a questo argomento arriva dall’ Inghilterra dove addirittura il management della British Library si sono dichiarati contrari ai dispositivi DRM che a loro parere violano il diritto sulla legge d’autore, in quanto il DRM a differenza del diritto d’autore, non ha scadenza, ma cosa ancora più fondamentale e da sottolineare è che il DRM limita il possesso dell’opera da parte del consumatore. In altre parole il prodotto correlato di DRM fa in modo che l’utente no ne possa godere come di una propria cosa, non avviene insomma un passaggio di proprietà all’acquisto dell’opera ma quasi solo un affitto…

Fonti | Html.it | Punto Informatico

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