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“Humbug” è l’album della maturità degli Arctic Monkeys ma…

Presentazione: Ecco “Humbug”, l’atteso terzo album degli Arctic Monkeys.Giudizio complessivo: Si dice che sia il secondo album il più difficile nella carriera di un’ artista ma per gli Arctic Monkeys non è stato così, il loro secondo album “Favourite Worst Nightmare” uscì sulla scia del successo del clamoroso (per certi versi) debutto e non ebbe

pubblicato 19 Agosto 2009 aggiornato 7 Settembre 2020 16:30

Presentazione: Ecco “Humbug”, l’atteso terzo album degli Arctic Monkeys.

Giudizio complessivo: Si dice che sia il secondo album il più difficile nella carriera di un’ artista ma per gli Arctic Monkeys non è stato così, il loro secondo album “Favourite Worst Nightmare” uscì sulla scia del successo del clamoroso (per certi versi) debutto e non ebbe grosse difficoltà. Per gli Arctic Monkeys è questo l’album più difficile sia perchè presenta per la prima volta una vera svolta sonora, sia perchè a questo giro il successo è tutt’ altro che scontato. Se nei primi due dischi la band aveva saputo creare un personale trademark fatto di brani veloci, di linee vocali serrate e poco melodiche (ma comunque orecchiabili), “Humbug” allarga gli orizzonti con pezzi dal sapore vagamente psichedelico (la mano di Josh Homme si sente) e molto (forse troppo) retrò, riprendendo in parte il mix già sviluppato dai The Coral. In questo senso il progetto “Last Shadow Puppets” poteva essere un primo campanello d’allarme. Chiariamo subito, per quanto riguarda l’articolazione compositiva dei brani e la maturità artistica, “Humbug” rappresenta un grosso salto in avanti, l’impressione però è che in questi 10 brani non ci sia realmente qualcosa di memorabile o di degno di nota e che manchi quel qualcosa (anche non strettamente musicale) che ha fatto la fortuna dei primi due dischi. Se volessimo fare un paragone, lo potremmo fare con gli Oasis: dopo un’ inizio fulminante hanno tentato nuove vie con risultati meno convincenti rispetto a quelli ottenuti con la semplicità musicale degli esordi. Disco di transizione e coraggioso, che ha forse il suo grande pregio non nelle singole canzoni ma nel mood generale, che riesce a trasportare l’ascoltatore su una spiaggia immaginaria (meglio se americana) in una fredda notte autunnale in mezzo ad un alone di mistero.

Lista tracce – Voto:

My Propeller – 7
Crying Lightning – 7
Dangerous Animals – 6 (Peggior Traccia)
Secret Door – 6
Potion Approaching – 6

Fire And The Thud – 7 (Miglior Traccia)
Cornerstone – 7
Dance Little Liar – 6
Pretty Visitors – 7
The Jeweller’s Hands – 7

Voto complessivo: 6,6