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Gabry Ponte sulle discoteche chiuse: “Molti locali hanno limitato le capienze, altri hanno preferito cercare di far cassa senza troppi scrupoli”

Gabry Ponte parla della chiusura delle discoteche e delle responsabilità necessarie

pubblicato 19 Agosto 2020 aggiornato 27 Agosto 2020 06:58

Nei giorni scorsi, dopo la notizia della chiusura delle discoteche per via dell’aumento dei contagi da Coronavirus in Italia, ha fatto discutere e ha diviso il post molto duro di Gabry Ponte che, via Instagram, ha sbottato:

Avete fatto i c0glioni e questo è il risultato. Giusto così. Ce lo meritiamo! usare il buon senso era troppo difficile eh?

Intervistato da Il Fatto Quotidiano, il dj ha parlato in maniera più dettagliata della questione “chiusura discoteche” avvenuta perché…

non c’erano delle regole chiare, univoche e uguali per tutti e quando le regole non sono chiare, ognuno le interpreta secondo il proprio punto di vista o secondo la propria convenienza. Poi, a mio avviso è mancata una sensibilizzazione rivolta ai ragazzi. Mi è capitato più volte di interrompere la musica per dire ai ragazzi di indossare le mascherine se non riuscivano a stare distanziati e mi sono reso conto che erano spiazzati da questa mia richiesta, come se non ne capissero il senso.

Ponte ha sottolineato come molti locali abbiano seguito le regole base per la riapertura e di come altre, invece, non si siano posti il problema:

Molti locali hanno limitato le capienze e cercato di sensibilizzare i ragazzi a rispettare le misure di sicurezza, se tutti avessero seguito questo esempio forse staremmo ancora ballando, ma altri hanno preferito cercare di far cassa senza troppi scrupoli. Spero che queste persone ora si rendano conto che per colpa loro ci sono di nuovo migliaia di persone, di cui molte con famiglia, che si trovano di nuovo a casa senza lavoro.

Infine, una riflessione sui giovani, le eventuali colpe e l’errore commesso che ha portato a questa decisione:

“I ragazzi hanno sbagliato, questo è sicuro, ma si sa che i ragazzi a vent’anni hanno voglia di divertirsi e a volte lo fanno in maniera un po’ disattenta. Secondo me la responsabilità più grossa ce l’hanno tutti quelli che hanno assistito a questa situazione e non hanno detto niente. Schierarsi ora che i locali sono chiusi è troppo comodo (…) La libertà è un bene prezioso, ma va gestito individualmente nel rispetto di tutti. Non si può passare da ‘prigionieri in casa’ a ‘facciamo come se nulla fosse successo’”

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