Home Interviste Amici 2020, Nyv a Blogo: “‘Low Profile’ è il mio pensiero: faccio sempre un passo indietro e lascio, un passo avanti, il significato della canzone”

Amici 2020, Nyv a Blogo: “‘Low Profile’ è il mio pensiero: faccio sempre un passo indietro e lascio, un passo avanti, il significato della canzone”

Nyv, Low Profile è il suo album: leggi l’intervista su Soundsblog.it

pubblicato 3 Aprile 2020 aggiornato 27 Agosto 2020 08:37

Nyvinne Pinternagel -in arte semplicemente NYV– è una cantautrice di ventitre anni.

Ha una storia profondamente radicata nel simbolismo culturale del ventunesimo secolo: nata in Lussemburgo, ha origine tedesche e marocchine, vive in Italia ed è poliglotta. La sua musica è influenzata sia dalla tradizione cantautorale italiana che dai ritmi tribali che evocano orizzonti lontani. Pianoforte, chitarra, basso, batteria, ukulele, mandolino, percussioni…

NYV è polistrumentista autodidatta. Tutto è strumento, anche la bocca, con cui fa la beatbox riproducendo i suoni degli strumenti mentre canta. Una cantautrice e musicista figlia del mondo che racconta attraverso un caleidoscopio di culture, arte e musica: scrive infatti i testi in francese, inglese ed italiano, attingendo in profondità al proprio vissuto autobiografico. Nelle sue canzoni convivono armonicamente la erre dolce alla francese nella pronuncia e i riferimenti all’immaginario delle “cantantesse” italiane ed europee con la chitarra in mano.

“Bisogna vivere per poter scrivere qualcosa”e NYVha molto da raccontare, a partire dalla sua famiglia: ben sette sono i suoi fratelli. I suoi trascorsi, gli stati d’animo di una giovane donna qual è e che interpreta le sue canzoni da un punto di vista femminile. Nel 2017 NYV si esibisce sul palco di “Sarà Sanremo” con “Spreco Personale”, scritta e composta da lei stessa, con la produzione di Marta Venturini. Nei mesi successivi Raphael Gualazzi ha affidato a NYV l’apertura di alcuni concerti della sua tournée.I live sono proseguiti nel 2018 all’Arena di Verona per l’opening act del concerto di Jovanotti, dei Negrita al Goa Boa Festival e ha suonato al VIVA!, festival per l’evento “Beats from the Lido”organizzato da Red BullMusic. NYV ha presentato a Sanremo Giovani 2018 il brano “Io Ti Penso”. Scritto in collaborazione con Alessandra Flora e prodotto da Fausto Cogliati è un brano che gioca tutto sulla potenza di un testo autobiografico, diretto e crudo, e sull’intensità interpretativa di NYV.L’artista ha partecipato al “Sanremo Giovani World Tour” che ha portato 8 Nuove Proposte (tra cui il vincitore Mahmood) sui palchi più prestigiosi d’Europa.NYV è uno dei concorrenti al talent-show di Canale 5 “Amici di Maria De Filippi”, il 20 marzo è uscito in digitale il suo album d’esordio “LOW PROFILE”.

Abbiamo chiacchierato con Nyv in merito al suo nuovo disco, alla sua esperienza ad Amici e alla capacità -e anche diritto sacrosanto- di usare la musica come mezzo di comunicazione, di racconto, di conoscenza: un ascolto che può e deve essere utilizzato come biglietto da visita.

Low Profile, come mai la scelta di questo titolo per il tuo disco?

Il titolo lo avevo in mente da un po’ di tempo. Low Profile perché è quello che è sempre stato un po’ il mio pensiero: fare musica cercando di stare sempre con i piedi per terra, davvero a basso profilo. Piano piano cercare di tirare fuori quelle che sono le proprie canzoni, punti di vista senza cercare di essere totalmente al centro dell’attenzione ma a testa bassa (sorride). Canzone dopo canzone, è stato bello vedere come sono state scelte. Molti brani sono anche un po’ vecchiotte, rispetto ad altre, invece, più recenti. Vedere come nasce il tutto, realmente, secondo della sensibilità di qualcun altro, mischiata alla tua, durante ad esempio la fase della produzione, è forse stato il momento più bello.

Tre lingue diverse (francese, inglese ed italiano), canti, riesci a suonare molti strumenti e sei giovanissima. Come è nata questa tua passione? Fin da piccola, vero?

Sì, assolutamente, Ho iniziato dapprima a suonare, verso i 5, 6 anni, con la tastierina iniziano con le prime canzoni. Poi, l’esigenza di scrivere è nata dubito dopo le medie, con altri amici, ci divertivamo a scrivere anche ritornelli, rap, underground. Da lì ho iniziato poi a scrivere sempre più E ad avere anche diversi punti di vista musicali.

C’è una canzone che, adesso, ti viene in mente, legata alla tua infanzia, che hai iniziato a cantare o suonare da piccola? Una delle prime che hai voluto interpretare o che ti ha fatto capire quale era la tua direzione, il tuo destino…

Magari ho quella sensazione ma non le ho mai cantate… Però, sempre riguardo il mondo rap, I’ll be missing you di Puff Daddy che poi ho anche cantato, ad Amici, col ritornello… Quella sì, è uno di quei brani che, ascoltandoli insieme a mia sorella, già mi dava delle sensazioni, quell’urgenza di dire delle cose.

Nel tuo percorso ad Amici, a parte la difficoltà legata al Coronavirus con assenza di pubblico in studio, c’è qualcosa che avresti voluto arrivasse e non è arrivato e -invece- qualcosa che sei contenta di aver trasmesso?

Ero molto spaventata di una cosa. Quando decidi di intraprendere un percorso televisivo, la gente ha voglia di conoscerti, di sapere il tuo pensiero. Io nella vita tendo ad essere sempre una persona un pochettino più chiusa, mi piace riflettere anziché parlare. Mi dispiace, verso la fine, che le persone potessero non avere un’idea chiara di quello che potevo pensare, avere da dire. Perché mi sono sempre detta “Per chi vuole conoscermi, me o quello che ho vissuto, io mi baso sempre su quello che ho da dire nelle canzoni”. E’ quella la parte che voglio dare agli altri. Poi ho capito, andando avanti, che oltre al canto e all’interpretazione, forse le persone hanno anche voglia e bisogno di un’altra chiave di lettura.

C’è un brano del 2018 che avevi presentato a Sanremo Giovani e poi altri pezzi che abbiamo ascoltato ad Amici e ulteriori inediti. Come sono nati questi brani? In un periodo di tempo lungo? Velocemente?

Ho pensato soprattutto a raccontare quelli che sono stati gli attimi più importanti della mia vita, anche se in diversi periodi. Ad esempio Blues d’alcool è nata nel 2016, più vecchia rispetto ad Io ti penso. Ma sono tutte canzoni che raccontano momenti della mia vita. Ho preferite scegliere e inserire quei brani perché sono molto più a fuoco, hanno raccontato una parte grande della mia vita. “Sincero”, ad esempio, è stata proprio la seconda canzone che ho scritto, racconto una cosa che ancora adesso posso pensare, magari rapportandola ad altre persone però (sorride).

Voglio fare una riflessione con te. Dal titolo “Low profile” e da quello che si è visto nella sua partecipazione ad Amici, si è parlato di questa tua riservatezza, “timidezza” che si scontra, però, con un tuo raccontarti nelle canzoni, molto profondamente, molto a fondo. Un non esporsi “a fatti” ma molto a parole e col canto, nei tuoi testi…

Esatto, è proprio questo il punto. L’ho anche ripetuto nel programma. C’è una frase che mi ha sempre accompagnata -La musica è tutto ciò che non può essere detto e su cui è impossibile rimanere in silenzio- ed è proprio quello, l’unico posto in cui puoi dire tutto quello che pensi, senza timore di fare male agli altri o di essere al centro dell’attenzione Quello è il tuo spazio, sempre. Poi sono gli altri che possono scegliere di volerti ascoltare, leggere, però lì tu la puoi raccontare la tua storia. E’ diverso da mettersi “sotto la luce di un faro”. E’ una delicatezza, un’attenzione diversa.

Forse perché anche stando sotto al riflettore o all’attenzione, rischi di far perdere la concentrazione sul messaggio che stai dando e vuoi dare…

Infatti, anche perché poi è un attimo. Su questo disco ho scritto tre canzoni che parlano di tre tematiche importanti. Ad esempio, in Blus d’alcool, magari ci si focalizza più sulla mia storia, su quello che ho vissuto io in merito all’alcolismo (che, in realtà, non è cantato in prima persona) anzichè alla difficoltà in sé e al messaggio che voglio portare. Per quello faccio sempre un passo indietro e lascio sempre un passo avanti a quello che è il testo e al significato della canzone.

Il rapporto con il pubblico, live, anche su Instagram, in questi giorni, è molto intenso e positivo

Anche grazie al percorso fatto ad Amici, sto facendo dei passi avanti perché tante persone stanno mandandomi dei messaggi bellissimi, mi stanno scrivendo cose meravigliose. Questa è una chiave per aprirmi un po’ di più, di avere un dialogo, Le chiavi devono essere le canzoni, alle persone questo deve arrivare, per forza. Cerco di trovare un modo che mi assomiglia di più per essere questa cosa qua.

Ti piacerebbe essere autrice per altri, scrivere canzoni per altre persone?

Chi è autore, secondo me, ha un grande talento. Riuscire, a seconda delle proprie sensazioni, a scrivere per qualcun altro, è qualcosa di gigantesco. Io questa cosa ancora non la sento. Quando scrivo una canzone, la sento mia, come se fosse quasi un figlio, no? E quell’appartenenza ce l’ho totalmente, magari un autore lo immagina su qualcun altro. E’ capitato, poi, che durante la permanenza ad Amici, mi sia venuta un’idea di canzone per Jacopo. Però nasce proprio su di lui, io non la canterei mai. Solo che è difficile avere un grande numero di idee per altri oltre che per me (ride)

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