Home Festival di Sanremo Sanremo 2020, parla Valerio Soave (il manager di Bugo): “Morgan è in pericolo. Andrebbe aiutato, non condannato”

Sanremo 2020, parla Valerio Soave (il manager di Bugo): “Morgan è in pericolo. Andrebbe aiutato, non condannato”

La versione di Valerio Soave a “Storie italiane”. Ecco cos’ha detto.

pubblicato 11 Febbraio 2020 aggiornato 20 Febbraio 2021 14:09

Se abbiamo usato Morgan per far conoscere Bugo? Ci ha aiutato la popolarità di Morgan, ma popolarità non vuol dire credibilità. Sono 15 anni che un pezzo di Morgan non va in radio“. A parlare è Valerio Soave, il manager di Bugo nonché titolare dell’etichetta discografica Mescal, definito come il “sabotatore” da Morgan. Ospite di Storie Italiane su Rai1, Soave ha commentato in esclusiva le dichiarazioni di Morgan: “Come potevo volere l’eliminazione di Morgan e di Bugo? L’artista era stato scelto in duetto. Se Morgan fosse andato via, anche Bugo si sarbebbe autoeliminato. Promuovo un duetto e poi voglio l’eliminazione di Morgan? Attenzione. Mentre dappertutto c’è la definizione “Bugo featuring Morgan”, a Sanremo si erano presentati insieme. La defezione di Morgan voleva significare l’eliminazione di Bugo. E’ un delirio. Come faccio a contestare tutta una serie di cose così?“, ha detto all’inviato Valerio Scarponi.

Secondo Morgan, Soave avrebbe alzato le mani su di lui un mese prima dell’inizio del Festival. Anche questo viene smentito dal manager: “Quella riunione si è tenuta il 18 dicembre. Barbara d’Urso gli ha chiesto allora perché è andato a Sanremo, lui ha tentennato e poi ha detto che c’è andato per amicizia di Bugo. Lui provoca, ma non gli ho mai messo le mani addosso“. Sempre prima del Festival, Morgan avrebbe fatto una richiesta economica (descritta come un ricatto dal manager):

“Gli accordi tra noi erano ben precisi e stabiliti davanti a diversi testimoni in una riunione del 18 dicembre. Il 26 gennaio, a una settimana dall’inizio del Festival, arriva una richiesta da parte dell’avvocato di Morgan. Era un ricatto mascherato sotto forma contrattuale. Io avrei dovuto versagli 55mila euro, lui aveva facoltà di non partecipare al Festival di Sanremo. Loro si sono disinteressati e hanno detto: “E’ Morgan che vuole questo”. E’ vero, è stato un tentato ricatto, ma saranno le autorità giudiziare a dirlo. Quando si parla di diffamazione, invece, diventa un reato d’ufficio: non si può più ritirarlo e il minimo previsto sono cinque anni di reclusione. Siccome gli voglio bene, dico che Morgan va aiutato e non condannato. Lo dico ai suoi amici e ai media che amplificano i suoi deliri e le sue manie di persecuzione. Io l’ho portato a Sanremo per aiutarlo. Una denuncia? Stiamo valutando tutta una serie di cose. Sto cercando di calmare la situazione. Morgan è in pericolo. Stategli vicino. Quel che dice è frutto di manie di persecuzione”.

Soave ha anche commentato il caso della Cover del giovedì. “Stavo attento a non farmi vedere da Morgan. C’era una situazione molto tesa. Lui aveva identificato in me il sabotatore dei brani che lui in estremo ritardo aveva inviato all’orchestra di Sanremo. Noi ci eravamo fatti portavoce delle bocciature dei brani definiti dal maestro De Amicis ineseguibili“.

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