Home Mahmood Mahmood ci ha regalato un (altro) grande pezzo con “Rapide”

Mahmood ci ha regalato un (altro) grande pezzo con “Rapide”

Rapide, il nuovo singolo di Mahmood è un gioiellino

pubblicato 16 Gennaio 2020 aggiornato 16 Ottobre 2020 15:39

Mahmood ci ha stupito e conquistato un’altra volta.

Rapide è uscito a mezzanotte e, in queste ore, il nome del cantautore è al primo posto in trend topic su Twitter proprio grazie all’immediatezza di questo brano.

A dimostrazione (e alla faccia, diciamolo) di chi pensava che sarebbe stato una meteora, vincendo il Festival di Sanremo 2019. “Soldi” è stato un vero e proprio tormentone non solo italiano ma anche a livello europeo, confermato anche dall’ottimo riscontro ottenuto all’Eurovision Song Contest. Pochi mesi dopo è stata poi la volta di “Barrio”, altra hit radiofonica degli ultimi mesi.

E, adesso, a convincere ancora di più è arrivata “Rapide“. Una ballad che fa della sua disarmante sincerità il punto di forza. Un testo emotivo e disilluso allo stesso tempo, ambientato a Milano, tra un locale (il Love) e Loreto, punti di ritrovo e di dispersione (di un rapporto).

Una ballad che spiazza per il suo essere diretto e onesto:

Sono un po’ strano, ti amo solo quando veniamo
Quindi perché mi sputtani in giro dimmi cazz0 ne sai di me
Ora vado a divertirmi, è una cosa comune dormire con altre persone

Un rapporto che si incrocia tra un presente disilluso e un passato di ricordi tra sigarette, canti e un paio di scarpe:

Che penso a quei pomeriggi al lago, fumando e cantando piano
Mi chiedo se ritornerai, nonostante i miei mille guai
Mi chiedo se ritornerai,
Nel solito paio di Nike

E se l’amore cantato è sofferto e può non essere finito per entrambi, in questo caso le rapide sono lacrime dell’altra persona che, però, non fanno più effetto. Non toccano più le corde dell’anima, non causano più sensi di colpa. Il dolore crea alibi, crea vie di fuga, una sorta di “salvaguardia voluta”:

Prenderò un treno per… che ne so, questa notte mi perdonerò
Nelle tue rapide non cadrò

Le lacrime dell’altro esistono ma forse è troppo tardi:

Dimmi cosa c’è, le vedo scendere sono rapide chiuse nell’iride
che scalerò, scalerò, scalerai, scalerò come non lo so

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