Home Interviste Matteo Macchioni a Blogo: “Sono soltanto un giovane con il sogno di portare la lirica oltre i confini italiani e sta riuscendo a realizzarlo”

Matteo Macchioni a Blogo: “Sono soltanto un giovane con il sogno di portare la lirica oltre i confini italiani e sta riuscendo a realizzarlo”

Matteo Macchioni, l’intervista al tenore su Soundsblog.it

pubblicato 6 Maggio 2019 aggiornato 27 Agosto 2020 13:32

Continuano con grande successo gli appuntamenti dal vivo all’estero di Matteo Macchioni. Il tenore italiano, acclamato dal pubblico e dalla critica di tutto il mondo, calcherà nuovamente il palcoscenico del Theater Freiburg, in Germania, interpretando Don Ottavio nel “Don Giovanni” di Mozart. La prima dello spettacolo si è tenuta il 12 aprile e le successive repliche sono avvenute il 14 e 21 aprile.

L’impegno con il Theater Freiburg proseguirà per tutta la primavera con ulteriori repliche che si terranno il 9 e 19 maggio, il 2 e 8 giugno, il 6 luglio e 18 luglio. Per tutte le informazioni in merito allo spettacolo è possibile consultare il sito ufficiale del Theater Freiburg al seguente link.

Il 10 maggio sarà poi il grande ritorno dal vivo di MATTEO MACCHIONI in Italia con un concerto, in cui eseguirà arie d’opera e brani di musica sacra accompagnato al pianoforte dal Maestro Mirca Rosciani, in programma alle ore 19.30 presso la Chiesa Santo Stefano degli Agostiniani di Empoli (FI). L’evento, a ingresso libero, è promosso da consulenti di Banca Generali Private.

Matteo Macchioni, inoltre, a luglio parteciperà anche alla stagione estiva del Festival di Erl (Austria) cantando nel “Guillaume Tell” di Rossini nel ruolo di Ruodi. L’opera andrà in scena in un’unica recita il 13 luglio.

Matteo Macchioni nasce a Sassuolo e inizia fin da bambino a studiare musica. Nel 2007 consegue, con il massimo dei voti, il diploma accademico di secondo livello in pianoforte, coltivando parallelamente lo studio e la passione per il canto lirico. Dopo il debutto nel 2010 al Teatro Giuseppe Verdi di Salerno nel ruolo di Nemorino dall’”Elisir d’amore” di Gaetano Donizetti, diretto dal Maestro Daniel Oren e dopo aver calcato i palcoscenici di alcuni importanti teatri d’Italia, interpretando ruoli di rilievo in celebri opere liriche (Ernesto nel “Don Pasquale” di Gaetano Donizetti al Luglio Musicale Trapanese, il Conte di Almaviva nel “Barbiere di Siviglia” di Gioachino Rossini allo Stresa Festival e le performance al Teatro Sociale di Como, al Teatro Faschini di Pavia, al Teatro Ponchielli di Cremona e al Teatro Verdi di Sassari), si esibisce nel ruolo del Conte d’Almaviva ne “Il barbiere di Siviglia” al Teatro del Bicentenario di Lèon (Messico), al Teatro Semperoper di Dresda (Germania) e alla Royal Danish Opera House di Copenaghen (Danimarca), fino a proseguire con le interpretazioni di Don Ramiro in “La Cenerentola” di Gioachino Rossini alla Oper Leipzig (Germania) e alla Welsh National Opera (Regno Unito). Nel 2017 debutta al Teatro alla Scala di Milano ne “La gazza ladra” di Rossini (Isacco), diretta da Riccardo Chailly per la regia di Gabriele Salvatores. Tra i suoi impegni più recenti si ricorda l’interpretazione al Teatro Carlo Felice di Genova nel ruolo di Ernesto dal “Don Pasquale” di Gaetano Donizetti.

Abbiamo fatto alcune domande a Matteo, tra i suoi numerosi impegni. Ecco cosa ci ha raccontato.

Impegni importanti: sei stato in Germania, repliche nel mese di aprile, poi a maggio, giugno e luglio…

Un periodo molto intenso, sono impegnato in questa produzione a Friburgo, Don Giovanni di Mozart. Molto longa, mi sto impegnando al 100 per cento ma ci sono in campi alcuni concerti. Uno l’ho fatto recentemente a Mosca, in Russia. E poi ce ne sarà uno il 10 maggio, in Italia, ad Empoli, in una cattedrale. Un periodo impegnativo ma sono felice perché riesco a portare la mia voce in diverse parti d’Europa e del mondo. Quest’estate poi avrò un’apparizione al festival di Erl in Austria.

Ti ricordi il tuo debutto e le emozioni che hai provato?

La primissima volta? E’ difficile, non me la ricordo… I primi anni sono stati comunque particolari. Le emozioni di oggi però sono uguali a prima. Sempre una grande energia, adrenalina, sempre la stessa dei primi concerti.

Nel tuo repertorio e nella tua carriera troviamo nomi di Puccini, Mozart, Donizetti, Verdi. A quale sei più legato, emotivamente?

Certamente l’autore che interpreto di più è Rossini. Facendo un rapido conto ho cantato, ad oggi, 61 recite del Barbiere di Siviglia e Cenerentola, opere che ho eseguito 61 volte in 5 Paesi diversi. E’ quello che ho cantato di più. Ora si sta ampliando anche su Mozart, ma sicuramente Rossini è stato l’autore più prolifico.

Agli inizi del tuo percorso, pensavi di esibirti più in Italia o avevi calcolato anche questi numerosi spostamenti in Europa e per il mondo? Che differenze vedi nel modo di vivere la lirica nel mondo e In Italia?

Per un cantante d’opera la vocazione all’internazionalità è importante a prescindere. Tutti l’hanno fatto, da famosi a meno famosi. Io sono soltanto un giovane che sognava di portarla oltre i confini italiani e sta riuscendo a realizzarlo. Ma senza disdegnare quello che sto facendo nel nostro Paese. L’Italia mi ha formato artisticamente. E’ un privilegio, una gioia lavorarci.

C’è una visione critica diversa della lirica. E’ un po’ snobbata o sottovalutata, a volte, nel nostro Paese?

La lirica credo sia viva e vegeta. Nell’opera lirica italiana si parla in italiano ed è un modo per esportare la nostra cultura nel mondo. In Italia… beh, siamo la patria di questo genere, si potrebbe farla conoscere di più anche attraverso mezzi di comunicazione. M io vedo sempre il bicchiere mezzo pieno, io (ride)

Fai molti viaggi, le tue radici sono italiane, ma è difficile essere sempre in giro ed essere, allo stesso tempo, sereno?

La serenità nella vita lavorativa è fondamentale. Anche se è difficile te la devi ritagliare. E’ impegnativo. A volte mi sveglio la mattina e non so in che letto sto dormendo… Non perché abbia fatto stravaganze la sera prima eh (ride)

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