Home Laura Pausini Laura Pausini sull’autografo di Amedeo Minghi a Sanremo 1993: “Mi ero presentata modesta e lui, altero, mi aveva risposto “Mi chiami maestro””

Laura Pausini sull’autografo di Amedeo Minghi a Sanremo 1993: “Mi ero presentata modesta e lui, altero, mi aveva risposto “Mi chiami maestro””

Tra Tour negli Stadi, i primi successi e una curiosità su Amedeo Minghi: Laura Pausini si racconta, con Biagio Antonacci, su Vanity Fair

pubblicato 16 Aprile 2019 aggiornato 15 Ottobre 2020 14:18

Laura Pausini ha rilasciato un’intervista a Vanity Fair insieme a Biagio Antonacci per parlare del loro tour negli Stadi che sta riscuotendo un grandissimo successo di prevendite. Il collega e amico sottolinea come questo sia “il primo concerto di un uomo e una donna negli stadi italiani”.

In comune, oltre alla passione per la musica e una serie di hit da primi posti in classifica, anche una serietà nel lavoro e negli obblighi, fin da giovani. Biagio ricorda:

Era dura avere un guardiano che a trent’anni, nel momento della massima esplosione vitale, ti diceva “è mezzanotte, domani devi cantare, vai a dormire»

Gli fa eco Laura:

Ogni santo giorno, papà mi metteva a dormire, “domattina hai un appuntamento in radio alle 6, fila a letto”

E, come noto, Antonacci è stato tra i primi a tifare per lei, quando Laura si era presentata in gara a Sanremo con La solitudine.

Era il ‘93, mi ero appena esibito al Festival e sul letto del mio albergo guardavo in tv la categoria dei Giovani. A un tratto, sul palco di Sanremo, venne fuori lei. La riconobbi subito e dissi a un amico: “Sai chi è quella? È la figlia di Fabrizio il pianista del ristorante Napoleone, la ragazzina che vedevamo a Bologna quando mangiavamo con Lucio Dalla e Luca Carboni”. Telefonai immediatamente a mio fratello Graziano. “Segnati questo nome, Laura Pausini, vincerà di sicuro. Mandale un telegramma e scrivi: “Sei la migliore, trionferai”

Un fatto che l’amica Laura conferma:

Bussarono alla porta, mi diedero questo telegramma, me lo rigirai decine di volte tra le dita. Ero gasata come una scimmia, mi dicevo: “Sarà vero?”

Altro aneddoto legato a quell’anno, lo rivela la stessa Laura a Vanity Fair. Nel 1993, in gara, c’erano Amedeo Minghi con “Notte bella, magnifica” e Mietta e i ragazzi di via Meda con “Figli di chi”. Pochi anni prima, i due avevano avuto un successo esplosivo con Vattene Amore, cantato in coppia. E Laura, in merito a Sanremo 1993, spiega:

In quel famoso Sanremo avevo ottenuto l’autografo da tutti i cantanti con la sola eccezione di Amedeo Minghi. Mi ero presentata modesta e lui, altero, mi aveva risposto “mi chiami maestro”. A un tratto, di quel pezzo di carta, non mi era importato più nulla, avevo girato i tacchi e me ne ero andata. In fondo, Minghi era solo coprotagonista di Vattene amore e il mio idolo assoluto di allora, tra i due, era senz’altro Mietta

Via | Vanity Fair

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