Home Notizie Al Bano, pace fatta con l’Ucraina: il cantante uscirà dalla “lista nera”

Al Bano, pace fatta con l’Ucraina: il cantante uscirà dalla “lista nera”

Al Bano ha avuto un incontro con l’ambasciatore ucraino in Italia.

pubblicato 6 Aprile 2019 aggiornato 27 Agosto 2020 14:11

Durante la mattinata di oggi, sabato 6 aprile 2019, Al Bano ha incontrato a Roma l’ambasciatore ucraino, Yevhen Perelygin.

L’incontro, ovviamente, aveva il fine di risanare la rottura tra Al Bano e l’Ucraina dopo che il ministero della Cultura in Ucraina aveva inserito il cantante di Cellino San Marco nella “lista nera” riguardante le persone considerate una minaccia per la sicurezza nazionale.

Recentemente, Al Bano, tramite il proprio avvocato, non aveva escluso l’ipotesi di ricorrere a Strasburgo, dinanzi alla Corte Europea dei diritti dell’uomo, sempre per ottenere l’immediata cancellazione dalla precitata black list. Al Bano non aveva escluso neppure la richiesta di un risarcimento danni all’Ucraina.

L’incontro di stamane con Yevhen Perelygin è stato positivo. Queste sono state le parole del cantante rilasciate all’AdnKronos:

Sono un uomo di pace. Ho seminato pace e raccolgo pace. E’ stato un incontro interessante con l’ambasciatore. Ci siamo trovati d’accordo su molti punti. Uscirà ora un comunicato ufficiale da parte dell’Ambasciata. Riguardo al futuro e a una prossima pianificazione, bisognerà aspettare almeno altre due settimane, in attesa che si concludano le elezioni presidenziale in Ucraina.

Al Bano è stato inserito nella black list ucraina a causa della sua simpatia, mai nascosta, nei riguardi di Vladimir Putin.

Di seguito, trovate alcune dichiarazioni dell’ambasciatore Yevhen Perelygin, rilasciate lo scorso marzo e pubblicate da La Repubblica:

Sono disponibile sin da subito ad accogliere Albano Carrisi e spiegare meglio il motivo per cui è pericoloso per gli artisti flirtare con i regimi dittatoriali sanguinari sia che si tratti del Cremlino, della Siria o di altri paesi. Vorrei fare un tentativo di convincerlo che la tesi propagandistica russa sul ritorno della Crimea nella Russia di fatto legittima ed incoraggia l’invasione militare russa in Crimea ed in Donbas nonché allontana la pace in Ucraina.

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