Home Festival di Sanremo Sanremo 2019, Nino D’Angelo e Livio Cori a Blogo: “Un’Altra Luce è un modo per chiedere scusa a una generazione”

Sanremo 2019, Nino D’Angelo e Livio Cori a Blogo: “Un’Altra Luce è un modo per chiedere scusa a una generazione”

Nino D’Angelo e Livio Cori a Sanremo 2019 con Un’Altra Luce raccontano la loro collaborazione e la canzone in gara.

pubblicato 4 Febbraio 2019 aggiornato 27 Agosto 2020 15:43

A sentire Nino D’Angelo e Livio Cori, il loro  inedito duetto a Sanremo 2019 che si concretizza nel brano “Un’altra luce”, è stata una vicendevole illuminazione. ‘”Avevo bisogno di una guida e l’ho trovata in Nino D’Angelo” dice con stima e affetto Cori, cui D’Angelo risponde con un riconoscimento importante: “‘Un’altra luce è quella che Livio mi ha dato: è riuscito a portarmi a Sanremo così diverso: io pensavo che il tempo degli esperimenti, e ne ho fatti, fosse passato e invece nella musica si cresce sempre“.

E proprio il palco dell’Ariston è stato testimone di diverse sue evoluzioni; mentre Cori è al primo Sanremo, per D’Angelo è il sesto: la prima volta sul 1986 con Vai e in una veste diversa da quella che segnò la sua svolta artistica (o meglio, una delle sue svolte) nel 1999, quando salì sul palco dell’Ariston Senza Giacca e Cravatta. Era la sua seconda volta all’Ariston e a 10 anni da quel turning point torna al Festival con un’altra scommessa che lo vede al fianco di Livio Cori, giovane ma già affermato cantante (e attore) che ha voluto con sé il maestro nel suo nuovo progetto musicale Montecalvario – Core senza paura, in uscita l’8 febbraio.

L’affiatamento tra i due ricorda quello che potrebbe esserci tra un padre e un figlio, o tra un maestro e un allievo. D’Angelo smussa, puntando piuttosto alla presa di coscienza di un adulto che si rende conto di non aver lasciato nulla di concreto a chi verrà dopo:

“Siamo stati una pessima generazione: a questi ragazzi, ai nostri figli, non abbiamo lasciato niente: magari abbiamo dato tanto, ma non un futuro, costringendoli a lasciare l’Italia e non è giusto, devono rimanere qui. Un’altra luce è anche un modo per chiedere scusa a una generazione intera attraverso Livio, un ragazzo di oggi, un bel talento…”

un talento che riuscito a convincerlo a fare un’operazione “che all’inizio mi sembrava un po’ strana…”, confessa D’Angelo. “Oltre alla provenienza e all’amore per la musica, ci accomuna la veracità: noi siamo così come ci vedete, non siamo costruiti“, gli fa eco Cori, che elenca così alcuni dei tanti punti che li accomunano.

Livio quasi si dimentica che io ho 61 anni e mi chiama per andare in discoteca con lui… Comm’aggia fa?” scherza D’Angelo che non smette di guardare ai ragazzi. Non gli piacerebbe, però, diventare giudice in un talent: “Non mi piace giudicare. Mi piace scoprire nuovi talenti, ma no, giudicare no“.

In chiusura aleggia il fantasma di Liberato, sotto il cui cappuccio per molti si celerebbe proprio Cori: a Blogo  lui nega di avere nulla a che fare con il “progetto Liberato”. Parola (anche) di Nino D’Angelo.

Vi lasciamo alla video intervista con Livio Cori e Nino D’Angelo a Sanremo 2019.

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