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Mecna, Akureyri è il nuovo singolo (Testo e Audio)

Il nuovo singolo natalizio del rapper pugliese.

pubblicato 30 Dicembre 2018 aggiornato 16 Ottobre 2020 16:54

Akureyri è il nuovo singolo di Mecna, il rapper proveniente da Foggia che, nel 2018, ha pubblicato il suo quarto album di inediti intitolato Blue Karaoke, dal quale sono stati estratti i singoli Pratica, Tu ed io e Un drink o due.

Akureyri è stato pubblicato il giorno di Natale, martedì 25 dicembre 2018. Non è la prima volta che Mecna regala un singolo nuovo di zecca ai fan a Natale: nel 2013 e nel 2015, infatti, il rapper pugliese pubblicò rispettivamente gli inediti La pagherai e Nessuno ride.

La produzione di Akureyri è stata affidata a Sick Luke, noto principalmente per essere il producer della Dark Polo Gang.

Di seguito, trovate il testo di Akureyri; cliccando sulla foto in alto, invece, potete ascoltare la canzone.

Mecna – Akureyri: il testo

Quante cose spaventano, averci a che fare è rischioso per tutti
Quante volte feriamo e poi non siamo in grado a cucirci la pelle coi punti
Io che un po’ ti ho persuasa, ma mi copri di insulti
Siamo meglio di chi se ad un tratto da giovani siamo diventati adulti
Mi avessero detto che un giorno poi il mondo mi crollava addosso
Sarei andato in palestra più spesso, cercando di attutire il colpo
Non ho messo mai più quelle dannate Vans dopo l’ultimo giorno di agosto
Sto scrollando lo schermo, non guardandomi attorno
E scrivendo risate rimanendo seri
Come stessi crepando dal ridere
Senza riuscire più a smettere tipo da ieri
Non ti ho visto, dov’eri
Tra le nuvole, un loft con la vista sul porto innevato che sembra Akureyri
Se lottiamo da uomini veri poi cadiamo come angeli a Trevi.

A che serve stare in giro
Non voglio più saperne
Poi quando mi decido
Avrò le mie conferme
Che ne sai di cosa penso
Che ne sai di cosa è meglio per me
Io che non ti ho mai chiesto niente.

Sputo saliva sopra la mia mano per entrare meglio
Non ho fatto salire nessuno a trovarmi dentro la mia stanza d’albergo
Delle ascese ne ho sempre sentito parlare soltanto dal retro
Di un locale in provincia scassato in cui ho appena suonato ed è stato, diciamo, discreto
Ho fantasie
Mi fanno stare bene come farmacie
Aperte in queste sere
Sono più un tipo da farsi medie che da carpe diem
Due botte e via
Ho soltanto trovato quel lato felice dentro la malinconia
Che a tutti spaventa a morte
A tal punto da provare con ogni mezzo a scacciarla via
Alle feste degli altri, hah
Quasi sempre imbucati, sì
Tutti amici che senza la coca sarebbero solo saluti accennati
C’ho pensato a distrarmi, a guardarmi con occhi diversi
Ho i minuti contati
Non è più delle persone in sé che si parla, ma dei risultati
Ed io non voglio stare in mezzo
Ogni giorno come un pegno
Perché il mondo non è sveglio
Perché in fondo sto capendo
In quest’era in cui non c’è nessuno che perde
A me basta qualcuno che ascolta
Vorrei dirti qualcosa di bello
Ma ho davanti qualcuno che scorda.

A che serve stare in giro
Non voglio più saperne
Poi quando mi decido
Avrò le mie conferme.

Che ne sai di cosa penso
Che ne sai di cosa è meglio per me
Io che non ti ho mai chiesto niente.

Io non ero come sei tu per me
Io non ero come sei tu per me
Io non ero (a che serve stare in giro)
Come sei tu per me (non voglio più saperne)
Io non ero (poi quando mi decido)
Come sei tu per me (avrò le mie conferme)
A che serve stare in giro (io non ero)
Non voglio più saperne (come sei tu per me)
Poi quando mi decido (io non ero)
Avrò le mie conferme (come sei tu per me).

Che ne sai di cosa penso
Che ne sai di cosa è meglio per me
Io che non ti ho mai chiesto niente.

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