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Fabio Rovazzi, Faccio quello che voglio: e se il risultato è il video che accompagna la canzone, ben venga!

Fabio Rovazzi è uscito con il nuovo singolo, Faccio quello che voglio. Il cantante divide tra fan e detrattori. Ma il video ufficiale e il progetto nato intorno al brano ci possono insegnare qualcosa.

pubblicato 14 Luglio 2018 aggiornato 27 Agosto 2020 20:24

Fabio Rovazzi è un fenomeno nato dal web che è riuscito, negli ultimi anni, a crearsi un seguito grazie a pochi brani diventati immediatamente tormentoni. Andiamo a comandare, Tutto molto interessante e Volare, insieme ad un signore della musica come Gianni Morandi. Nelle scorse ore, ecco il comeback con “Faccio quello che voglio”, canzone uscita “in ritardo” rispetto alle altre dell’estate 2018 ma che ha decisamente del potenziale per candidarsi a hit estiva.

Partiamo da un presupposto importante: Rovazzi è il primo che alza le mani e dice di “non essere un cantante”. E’ diventato celebre a livello nazionale grazie al supporto e alla collaborazione con Fedez che ha investito su di lui e lo ha aiutato a creargli quell’immagine di chi sembra essere lì per caso. Nelle sue interviste (come quella che gli abbiamo fatto a margine della conferenza stampa di presentazione del brano), Rovazzi ammette di avere una passione assoluta per il cinema.

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Ha debuttato sul grande schermo nel film “Il vegetale”, ma non era lui il regista e le differenze si notano. Gli piacerebbe recitare e riuscire, contemporaneamente, a dirigersi, a seguire e dare vita ad un progetto curato, a 360 gradi, da lui stesso. La prima bozza vera e propria -dopo le clip già studiate per i precedenti pezzi- ha preso forma con il videoclip che accompagna il suo ultimo singolo, Faccio quello che voglio. E’ un progetto che ha voluto curare lui in tutti i dettagli e, come ha ammesso, prima ha pensato a tutto il concept e poi alla canzone (nata insieme alla collaborazione con Danti).

Il risultato? Potete amarlo od odiarlo, nessuno vuole farvi cambiare idea, ma il video di “Faccio quello che voglio” ha da insegnarci molto, soprattutto in un panorama musicale italiano dove le clip, in molti casi, non si allontanano dal classico standard preconfezionato: primo piano, balletto (se allegro), sguardo sofferto e passeggiatina (se il brano è una ballad). Rovazzi ha voluto cimentarsi nella regia e nella direzione del video e ha portato a casa un risultato decisamente superiore alla media. C’è una storia, l’ironia (e l’autoironia) non mancano e ci sono moltissime guest star, pronte a prestarsi a questo gioco.

Oltre alla collaborazione di questi tre grandi nomi, sono molte le special guest che si sono appassionate alla storia scritta da Fabio Rovazzi e che hanno sposato il suo progetto prestandosi a girare il film, tra cui lo stesso Al Bano insieme a Gianni Morandi, Carlo Cracco, Eros Ramazzotti, Fabio Volo, Rita Pavone, Massimo Boldi, Flavio Briatore, Roberto Pedicini e Diletta Leotta. In questo video Rovazzi coglie l’attitude e le grandi capacità dei suoi ospiti illustri, i quali, fatta eccezione per Massimo Boldi che interpreta l’addetto allo sportello in banca, nel ruolo di sé stessi vengono decontestualizzati e inseriti nel plot per sorprendere, oltre che divertire, gli spettatori in un gioco di linguaggi e immagini vicini alla surreal comedy.

Interni ed esterni pensati da collegare e legare alla storia, inseguimenti in mare, finte sparatorie, leggerezza e cura dei minimi particolari. Rovazzi ama il cinema, dirigere e pensare ad un plot ben costruito. E si vede.

Pensate ad un qualsiasi video italiano (ad eccezione di quale caso sporadico). Guardare il video di Rovazzi, uno che rifugge dalla definizione di essere un cantante e che, una volta tentata la carta della musica, ha trovato il successo. E proprio da qui parte per puntare ad una direzione parallela, per dare sfogo alla sua creatività e alla voglio di inseguire i propri progetti. In un’epoca di polemiche con alcuni cantanti che vengono criticati e si atteggiano a veri artisti e critiche legate all’auto-tune, abbiamo qualcuno che alza le mani, ha L’ONESTA’ di non definirsi cantante e che non ha nemmeno l’ambizione di incidere un disco.

Appare in modalità “buzz” con qualche brano lanciato ma, ammettiamolo, curando e investendo in ogni sfumatura.

Quel che sarà di Rovazzi lo sapremo fra qualche anno, probabilmente lo scoprirà anche lui stesso, dopo aver deciso quale strada seguire e in quale carriera cimentarsi in toto. Ma, nel frattempo, in un’epoca di immagine-social-influencer-instagram-like-followers, lui, che male mai potrà fare? Chissà, invece, che non possa “insegnare” ad osare un po’ di più con la cura e i dettagli di un videoclip…

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