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La vista concessa, il nuovo Roberto Angelini

No, non manca qualcosa al titolo di questo post: se è vero che “La vista concessa” è il nuovo album di Roberto Angelini è vero anche che rappresenta un lato nuovo del cantautore romano su cui, personalmente, ho forti aspettative.Il disco uscirà a settembre e probabilmente conterrà anche qualcosa del suo impegno per la colonna

di dodo
pubblicato 8 Agosto 2008 aggiornato 31 Agosto 2020 20:25


No, non manca qualcosa al titolo di questo post: se è vero che “La vista concessa” è il nuovo album di Roberto Angelini è vero anche che rappresenta un lato nuovo del cantautore romano su cui, personalmente, ho forti aspettative.

Il disco uscirà a settembre e probabilmente conterrà anche qualcosa del suo impegno per la colonna sonora del film (in cui comparirà per un cameo) “Sleeplees“. Soprattutto sarà un lavoro acustico, incentrato molto sui suoni della chitarra e della voce e sui testi, che gireranno attorno al tema delle passioni e del mettersi in gioco nella vita.

Oltre al cd, che verrà anticipato dal singolo “Vulcano”, ci sarà anche un dvd con delle animazioni, frutto ed elaborazione del suo lavoro parallelo come creatore di opere con il pongo. Se visitate l’originalissimo sito ufficiale potrete farvi un’idea dei suoi bei lavori.

I più lo ricordano per la fase iper-pop e di buon successo discografico del suo hit Gattomatto. Quello però non era il vero Angelini, era forse più il tentativo (imposto?) di rendere commerciale un talento, con il rischio di bruciarlo e di snaturarne l’essenza. Tanto è vero che dopo svariati progetti, tra cui la bella esperienza con il Collettivo Angelo Mai, il nostro pubblica un album in qualche modo rivoluzionario: il Pongmoon, concepito con Rodrigo D’Erasmo, tributo al mai abbastanza conosciuto Nick Drake.

Il disco drakiano è quanto di più lontano poteva esserci dal Gattomatto di due anni prima e diventa, di fatto, l’annuncio di una nuova strada. O, forse, la ripresa quella originaria, con una forte vocazione alla canzone d’autore.

Speriamo che questo nuovo disco sia molto più “suo”, un po’ come fu “Il signor domani” del 2001, piccolo gioiello che aveva fatto sperare in un nuovo interessante cantautore: sensazione positiva di cui poi si erano un po’ perse le tracce. Ma forse quell’Angelini è tornato.

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