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Claudio Simonetti, Il Ragazzo D’Argento: la recensione del libro autobiografico

Il compositore racconta tutti i dettagli della sua incredibile carriera nel progressive rock italiano – ma anche in quella televisiva e discotecara…

pubblicato 25 Settembre 2017 aggiornato 28 Agosto 2020 02:30

E’ raro (e forse quasi assurdo) parlare di “spoiler” recensendo un’autobiografia, ma nel libro di Claudio Simonetti c’è un dettaglio che lascerà a bocca aperta in molti: le dita che hanno suonato le immortali note di “Profondo Rosso”, sono le stesse che hanno dato vita alla musica del Gioca Jouer. Sì, proprio quel Gioca Jouer, quello di Claudio Cecchetto.
Volete un’altra bomba? Simonetti ha anche composto la sigla di “College”, il telefilm anni ottanta con i profughi dei Ragazzi Della Terza C.

Lasciate che vi rinfreschi la memoria, per comprendere la varietà artistica del Maestro Simonetti.

Se scoprire in quale contesto sono nati tre brani così differenti non vi basta ancora per incuriosirvi verso questo Claudio Simonetti: il ragazzo d’argento – Una vita coi Goblin, la musica e il cinema, nuovissimo libro targato Tsunami Edizioni, sappiate che una di queste collaborazioni è finita malissimo, una è proseguita a lungo con un retrogusto un po’ amaro, e invece una è filata liscia. Il libro, insomma, è pieno di “colpi di scena”, o forse è meglio chiamarli “colpi di retro-scena”, visto che racconta tantissimi dettagli inediti sulla vita di un compositore italiano che ha iniziato a suonare (e aver successo) ancora minorenne, e che tutt’oggi continua ad andare in tour e le cui ristampe ottengono sempre enormi successi.

E’ un libro consigliato anche a chi vuole scoprire una “vita parallela” della musica in Italia, con tanti dettagli su come funziona la SIAE, come possono agire (anche nel male!) le case discografiche, di come sia semplice litigare fra vecchi amici per questioni di orgoglio, di come posizionare una canzone nella sigla di una trasmissione televisiva (o di Sanremo) possa influenzare enormemente le vendite. Ci sono tantissimi dettagli in questa narrazione, e spesso vale la pena approfondire i nomi citati o cercare su YouTube qualche spezzone video di varie esibizioni o comparsate televisive, qui descritte con la giusta dose di nostalgia, ironia o amarezza. Nonostante una (comprensibile, a ragion veduta) patina nostalgica verso i “bei tempi andati” (quando si vendeva un milione di copie di una colonna sonora in pochi mesi, mentre oggi si esulta per una ristampa che ne vende 50,000), è anche un libro molto attuale: si scopre nel finale che uno dei membri fondatori dei Goblin, dopo l’ennesima reunion finita male, continuava a insultare Claudio… e la questione si è risolta bloccandolo su Facebook!

La narrazione in prima persona è molto fluida, quasi un flusso di coscienza – sarebbe perfetta per un audiolibro letto dallo stesso Simonetti – ci sono spesso anticipazioni di eventi che verranno analizzati in futuri capitoli, o riprese di argomenti iniziati all’inizio del libro. Per rendere tutto più “personale”, Claudio ha anche aperto i suoi archivi fotografici, mostrandoci ovviamente delle foto con suo padre Enrico, ma anche tutti i personaggi famosi che ha incontrato. O meglio, che hanno voluto incontrarlo: nel libro sono spesso raccontati episodi in cui Mike Patton lo aspettava fuori da un concerto, o quando Mikael Akerfeldt lo ha chiamato, per non dire degli scatti con un Phil Anselmo presissimo in qualità di organizzatore di un horror fest, e di tantissimi personaggi del mondo metal e musicale in generale. Un palma res che parla da solo, sulla stima di cui gode Simonetti.
Dopo la lettura di questa autobiografia, avrà anche la vostra stima, di sicuro.


Claudio Simonetti con Giovanni Rossi
CLAUDIO SIMONETTI: IL RAGAZZO D’ARGENTO
La mia vita con i Goblin, la musica e il cinema
224 pagine + 32 a colori
20,00 Euro

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