Home Notizie La musica live? Una cosa da ricchi ( e non solo per chi l’ascolta ma anche per chi la fa)

La musica live? Una cosa da ricchi ( e non solo per chi l’ascolta ma anche per chi la fa)

L’estate è il momento migliore per i concerti: live all’aperto, bel tempo, sudore e birra. I festival musicali pullulano un po’ in tutta Italia alla ricerca di accaparrarsi il numero maggiori di spettatori. Tutto molto bello detto così ma in verità c’è qualcosa che non va. Ieri infatti su La Stampa è uscito un interessante

pubblicato 31 Luglio 2008 aggiornato 31 Agosto 2020 20:30

L’estate è il momento migliore per i concerti: live all’aperto, bel tempo, sudore e birra. I festival musicali pullulano un po’ in tutta Italia alla ricerca di accaparrarsi il numero maggiori di spettatori. Tutto molto bello detto così ma in verità c’è qualcosa che non va. Ieri infatti su La Stampa è uscito un interessante articolo a nome di Gabriele Ferraris sullo stato di salute dell’industria dei concerti in Italia.

L’articolo è abbastanza interessante perché, cercando di tirare le somme, prova a fare i conti in tasca sia a chi ai concerti ci va sia a chi li organizza e a chi suona. Il problema sono i soldi, è chiaro, ma anche stavolta non ha senso banalizzare troppo. E’ naturale che al concerto gratis il pubblico accorre più che numeroso, ma ormai non c’è quasi più nessuno che ce la fa più ad organizzare live gratis di un certo richiamo in Italia. Mentre scrivo mi viene in mente solo il Traffic (e mi scuso già con chi mi sto scordando).

Quindi facile la ricetta per fare concerti con tante persone è farli gratis. Ok detto così non fa una piega ma c’è un però: su cosa si guadagna oggi facendo musica? Sui cd? Ovvio che no visto che nessuno li compra più. Non rimane che i live. Legittimo che le band cerchino di spremere più possibile gli organizzatori di concerti nella speranza di farci un minimo di guadagno sulle spese che si accollano per andare in tour. E allora il prezzo del biglietto sale naturalemente.

Quindi gli avidi sono gli organizzatori? Ancora troppo facile. Anche loro, spiega bene l’articolo, cercano di fare il proprio lavoro e spesso ci rimettono più di tutti. La soluzione? Io non ce l’ho e facendo i conti in tasca mi accorgo che vado molto meno ai concerti. E se mi chiedete di chi è la colpa ancora non so cosa rispondere. Se l’argomento vi interessa su Polaroid ci sono ulteriori voci interessanti da seguire.

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