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Festival Metal in Italia nel 2017: addio ai grossi raduni?

Gods Of Metal, Sonisphere, anche il Fosch Fest, non hanno annunciato ancora i piani per il 2017.

pubblicato 30 Dicembre 2016 aggiornato 28 Agosto 2020 10:51

Partiamo dalle buone notizie: nuovi festival si stanno affacciando sulla scena metal italiana. In queste settimane sono stati annunciate le prime edizioni del Colony Metal Festival (Brescia, 22-23 Luglio, con Demolition Hammer, Belphegor, e tantissimi altri); il Battlefield Metal Festival (Milano, 2 Luglio, con Blind Guardian e Grave Digger); l’In.Fest (Milano, 13-14 Giugno, 14 band della scena alternative mondiale come Pierce The Veil, Sleeping With Sirens, Architects e Motionless In White). C’è anche il Firenze Rocks, ma questa è più che altro una rassegna musicale: due giorni, due headliner di enorme livello con un paio di band di supporto. In pratica, due concerti singoli, accomunati solo dal caso di trovarsi nello stesso posto in due giorni QUASI consecutivi. Comunque, meglio di niente, anche se probabilmente chi vedrà i System of a Down non sarà anche allo show degli Aerosmith, e viceversa.

Festival decisamente interessanti e che attireranno il “loro” pubblico (piuttosto settoriale: chi sceglierà il metalcore, chi il metal teutonico, chi il metal più cattivo – difficilmente questi tipi di pubblico si mischiano). Ma la maggior parte dei metallari italiani – sia quelli più trve che quelli generalisti – si sta chiedendo: e il Gods Of Metal? E il Sonisphere? E il Fosch Fest? Mentre gli altri annunciavano i primi nomi, un silenzio di tomba arrivava dai decani della scena. Nomi storici per gli amanti del metal in Italia, festival con i loro pro e i loro contro, ma che hanno sempre attirato grandi masse e suscitato l’interesse generale.

Il Gods Of Metal si era riaffacciato sulle scene quest’anno, in una bella cornice come quella del Parco di Monza, dopo 4 anni di pausa, e aveva convinto tutti per lineup e location. Ora non dà notizie di sè.
Il Sonisphere idem: silenzio da sito e da Facebook.
Il Fosch Fest è l’unico ad aver perlomeno aperto bocca a riguardo, con questo post decisamente non ottimista:

Cosa è successo?
Ovviamente possiamo fare solo supposizioni, visto che nessuno ha, appunto, detto un granchè.
Sul Gods Of Metal vige il silenzio più totale – si potrebbe supporre che il marchio sia rimasto “conteso” nella separazione fra Live Nation e Vertigo Booking (quest’ultima fondata da Andrea Pieroni, creatore a suo tempo del Gods Of Metal, ancora ai tempi di Live In Italy). Non abbiamo idea se il marchio tornerà in futuro.
Su Sonisphere Festival, la supposizione può essere un po’ più fondata: quando il Sonisphere arrivò in Italia per la prima volta, nel 2011, si parlava di contratti quinquennali per il brand. Nel 2012 il festival saltò, e quindi nel 2016 si è tenuta la quinta edizione. E, casualmente, nel 2017 al momento non è previsto niente. Al contempo, però, il brand Sonisphere è (assurdamente e inspiegabilmente, visti i nomi sempre coinvolti) in continuo calo di popolarità: in Inghilterra il festival non si tiene dal 2014, e la lista delle nazioni in cui è ospitato è andata in continuo calo. Al momento, non è previsto nessun Sonisphere per il 2017, senza nessuna spiegazione data.
Per il Fosch Fest, le spiegazioni sono fornite dall’organizzazione, e la più assurda è quella che già girava l’anno scorso: che il comune di Bagnatica avesse deciso non concedere più l’area concerti per il festival. Stiamo parlando di un paesino in provincia di Bergamo, fuori da qualsiasi mappa del metal mondiale, che si rifiuta di concedere uno spiazzo assolato e senza alberi, che confina per due lati con una tangenziale e per gli altri due lati con dei campi incolti. In lontananza, delle villette. Molto in lontananza. Sarà per le classiche lamentele di una decina di persona, che il comune, lungimirante, ha deciso di bloccare questa “invasione di metallari” (2-3.000 persone in 3 giorni)? Ricordiamo che l’inizio della fine dell’Evolution Festival fu dovuto alle lamentele degli abitanti di Toscolano Maderno per i metallari che “suonavano i citofoni e poi scappavano”. Senza curarsi delle migliaia di euro che portavano a bar, ristoranti, campeggi, alberghi della zona.

Mala tempora currunt? Abbiamo i nuovi festival, sicuramente nei primi mesi dell’anno verranno annunciati alcuni grossi concerti metal singoli, come tutte le estati. Eppure, con i suoi pro ed i contro, con i loro appassionati ed i loro hater, anche i festival italiani (che, no, non sono il Wacken e nemmeno l’Hellfest) erano un piccolo baluardo di metal, di aggregazione, di tentativo di espandere i propri orizzonti ascoltando band nuove in pieno pomeriggio, con un bill variegato che poteva spaziare dal thrash all’industrial, all’hard rock classico. Alcuni sicuramente diranno “oooh, il gods faceva schifo, sono contento che non ci sia più”, e ovviamente i classici “tanto io vado all’estero da anni”. Eppure, ogni volta che si perde un tassello, si perde una opportunità, si perde qualcosa, e l’Italia si allontana dall’Europa, nonostante il nostro pubblico decisamente più caloroso (anche se meno numeroso) rispetto a quello di moltre altre nazioni.Si, è un peccato.

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