Home Festival di Sanremo Grido a Blogo: “Segnali di fumo? Me lo autoproduco, non chiamatemi più Weedo”

Grido a Blogo: “Segnali di fumo? Me lo autoproduco, non chiamatemi più Weedo”

Intervista a Grido – Dal singolo Strade Sbagliate con Chiara Grispo al nuovo album Segnali di Fumo, passando per Sanremo 2017.

pubblicato 28 Novembre 2016 aggiornato 28 Agosto 2020 11:49

Era il 2014 quando Luca Paolo Aleotti in arte Grido, rapper milanese fratello di J-Ax, decideva di lasciare i Gemelli Diversi ed intraprendere una carriera da solista con il nome di Weedo (pseudonimo ora definitivamente abbandonato). Due anni più tardi, Grido torna con una “strada ancor più indipendente”: il suo prossimo album, Segnali di fumo, sarà autoprodotto. Una conquista. Uscirà a febbraio 2016, è anticipato dal singolo Strade Sbagliate.

Grido, dici che Strade Sbagliate “racconta il mio percorso di vita”: come mai?

“Ho sempre considerato questo pezzo come introspettivo. Poi, iniziando la collaborazione con Chiara Grispo, una ragazza molto più giovane di me, ho capito che il discorso poteva esserepiù ampio e condivisibile anche per generazioni diverso. E’ vero, è un testo molto autobiografico e parla molto di me, ma il messaggio di base è più universale: sbagliando si impara. Se hai sale in zucca, dalle strade sbagliate puoi trovare quella giusta”.

Ne hai percorse tante di strade sbagliate?

“Arrivo dalla periferie, quindi dalle compagnie di 40 persone che si ritrovavano in piazza, ancor prima che la piazza diventasse Facebook. In quegli ambienti ho scoperto il rap e tutto il fenomeno culturale legato all’hip hop, i dj, i graffiti: una strada che mi ha reso vincente nella vita, regalandomi la cosa più preziosa che io ho. Ma, in quegli stessi ambienti, ho conosciuto anche la criminalità e lo spaccio”.

“Nel lato che non vedi di fama e successo”: l’italiano medio crede che la vita degli artisti sia perfetta e senza problemi alcuni?

“Quella piccola rima racchiude un mondo. Vuol dire anche quello: la percezione delle persone è che la vita di un artista sia tutta rosa e fiori ma ogni medaglia ha i suoi due lati, così come ce li ha anche il successo. Se vuoi ottenere dei risultati, sei costretto a sacrificare altri aspetti della tua vita. E’ successo anche a me. Ho raggiunto successi e traguardi per anni e anni, ma nello stesso momento mi rendevo conto di non riuscire a dare le giuste attenzione ai miei affetti. Le mie tournée mi tenevano lontano da loro”.

Al tuo fianco, c’è Chiara Grispo, pupilla della squadra di J-Ax ad Amici. C’entra lui nella scelta o è stata autonoma?

“C’entra in senso lato. Ho guardato Amici di riflesso per capire cosa stesse combinando il fratellone e tra le varie voci, lei mi aveva colpito. Quando mi sono ritrovato tra le mani questo ritornello, già conscio che non l’avrei cantato io, mi sono ricordato di Chiara. Abbiamo organizzato un incontro, lei si è subito dimostrata disponibile: ho scoperto che era una mia fan (‘Sono cresciuta con la tua musica’, mi ha detto) e che non ha nulla da imparare, è un talento incredibile e ha una dote che deve solo sfruttare”.

Quindi sei favorevole ai talent? Ha fatto discutere l’opinione di Stefano Bollani: il pianista sostiene che, una volta spente le telecamere, si creano solo depressioni e file dallo psicanalista.

“Credo sia un meccanismo comprovato, a volte succede. Sta tutto alle persone che vi partecipano e non al talent in sé. Non lo vedo come un demone. Dieci anni fa si poteva vedere con sospetto, eravamo inconsapevoli. Oggi ogni talent ha la sua identità e la sua strada. Quella cosa del tritacarne mediatico credo sia in parte vera, ma se uno decide di partecipare deve essere consapevole del fatto che l’anno dopo arrivano quelli nuovi e l’interesse di tutto quel sistema svanisce”.

Torniamo al singolo. “Ogni singolo passo lo rifarei”, canti: anche scegliere la strada da solista e lasciare i Gemelli Diversi?

“Beh, sì. Questo disco vuole essere un nuovo inizio, ma anche un modo per voltare pagina. Il primo disco da solista (Io Grido, ndr) l’ho fatto con THG, ero mentalmente ancora dentro la band. Questo disco, invece, è stato concepito e andrà avanti con le sue gambe, partendo dal fatto che ormai sono un artista solista”.



Il disco a che punto è?

“Il disco è finito. Però, conoscendomi, infilerò un paio di tracce all’ultimo momento: nessuno potrà vietermelo. Continuo a frequentare studi, scrivere canzoni, farmi ispirare”.

Cosa ascolteremo?

“Mi racconterà molto. E raccontando le mie storie, automaticamente finirò per parlare del nostro Paese. Ogni traccia sarà una parte di un viaggio e tutto avrà un aspetto mistico e spirituale, non a caso il disco si intitolerà Segnali di Fumo. Arriva subito il doppio senso sul fumo, ma in realtà a me piaceva il parallelismo fra i segnali di fumo degli indiani e la musica. I segnali di fumo sono nient’altro che un metodo di comunicazione utilizzato da una minoranza per lanciare un messaggio e comunicare a distanza. La musica per me è questo: un linguaggio libero, che si evolve nel cielo, utilizzata da chi ha bisogno di comunicare qualcosa. Questo parallelismo mi ha dato una chiave di lettura particolare, alcuni messaggi sono sparpagliati all’interno delle canzoni e sono legati al modo di vedere la vita in modo più spirituale e saggio”.

L’uscita è prevista per febbraio 2016, proprio il periodo di Sanremo: le due cose sono collegate?

“E’ una pura coincidenza”.

Sanremo non rientra nei tuoi piani?

“Sono già stato a Sanremo nel 2009 con la band, fu un bel Sanremo con Paolo Bonolis. Non mi dispiacerebbe tornarci da solista, perché no? Incrocio le dita”.

Il nome d’arte Weedo è stato abbandonato?

“Massì. Weedo è stata una costola impazzita di Grido. Quando ho iniziato con Newtopia questo percorso da solista, il nome d’arte voleva essere un segnale per fare capire al pubblico che io avessi lasciato la band ed iniziato questo percorso. La mia fanbase l’ha vissuta come una mancanza di rispetto verso quello che avevo fatto prima, non volevo essere frainteso e quindi sono tornato sui miei passi. Sono e sarò sempre Grido”.

Ultima curiosità su Newtopia: non fai più parte del loro roster?

“Newtopia è sempre una grande famiglia, però qualcosa è cambiato. Il mio disco non sarà prodotto da Newtopia ma da Willy L’Orbo, una mia etichetta personale insieme sempre ad Ax. Ho scelto una strada ancora più indipendente. Dopo vent’anni di carriera, credo sia una grande conquista. Per la distribuzione ho dei corteggiamenti ma non ne posso ancora parlare”.

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