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Emis Killa: polemiche per la canzone 3 Messaggi in Segreteria. La replica del rapper

Il comunicato del rapper brianzolo.

pubblicato 20 Ottobre 2016 aggiornato 16 Ottobre 2020 14:56

Terza Stagione è il nuovo album di Emis Killa, disponibile nei negozi e negli store digitali a partire dallo scorso 14 ottobre.

In questi giorni, il rapper brianzolo è al centro di alcune polemiche causate da una canzone contenuta proprio nel suo terzo album di inediti.

La canzone in questione si intitola 3 Messaggi in Segreteria e tratta il tema del femminicidio. Emis Killa ha scritto il testo di questa canzone attraverso il punto di vista del protagonista ossia uno stalker che, successivamente, si trasforma in assassino.

Nella canzone, quindi, è possibile trovare espressioni molto forti proposte in prima persona come “preferisco vederti morta che con un altro” oppure “ora dovrò spararti, non mi dire di calmarmi, è tardi stronza!”.

L’intento della canzone, ovviamente, è quello di denunciare il triste fenomeno del femminicidio ma qualcuno, per la precisione lo Spazio femminista RiMake e il Centro antiviolenza Lanzino, ha parlato di rischio emulazione o apologia di reato.

Emis Killa, quindi, ha avvertito la necessità di replicare alle polemiche con questo comunicato:

Emis Killa istiga al femminicidio?
Ora che ho la vostra attenzione leggete le righe che seguono.
In questi giorni sta andando tutto bene, gli instore procedono e il disco sta piacendo molto, però sta succedendo anche altro.
Si parla di “3 messaggi in segreteria”, e certi lo fanno come se istigasse alla violenza sulle donne.
In questa canzone racconto di un ragazzo che perde la testa per la ex fidanzata e decide di ammazzarla. Lo racconto dal punto di vista, malato, di chi ammazza.
E’ il mio modo per sensibilizzare e denunciare il femminicidio.
Ho scelto un metodo brusco, diretto, cattivo, e soprattutto in prima persona, perché so che è il più efficace e mi appartiene, e infatti si sta alzando un polverone, che è quello che mi aspettavo, per poter porre l’attenzione su uno degli aspetti più brutti di questa società.
Come artista è mio privilegio e mio compito raccontare storie e far pensare chi mi ascolta.
Quando creo canzoni, creo mondi, a volte colorati, a volte crudi. Nelle canzoni racconto la realtà, che a volte è orribile, a volte è sbagliata, ma mai possiamo far finta che non esista.
Ho corso di proposito il rischio di essere frainteso perché il mio richiamo alla riflessione e alla consapevolezza non passasse inosservato, e l’ho fatto coi modi e le parole che sono mie.
Nella conferenza stampa di presentazione l’avevo spiegato ai giornalisti e il senso e lo spirito del mio pezzo era stato ben compreso.
Spero che un brano così forte spinga soprattutto i più giovani e chi ignora questi fatti a farsi due domande e a non ignorarli.
Non temo assolutamente che qualcuno pensi ad emulare il personaggio che interpreto, sarebbe come temere che chi legge gialli poi diventasse un serial killer.
Amo e rispetto l’universo femminile a cui credo di aver dedicato belle parole nel corso della mia discografia; ci sta che qualcuno abbia frainteso lo spirito del brano, ma a volte una nota stonata spicca più delle altre in mezzo all’armonia.
Un saluto a tutti.

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