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Metalitalia Festival 2016: Demolition Hammer, Dark Tranquillity, Sodom – foto e commenti

Le ultime tre band nel cartellone del Metalitalia Festival 2016 hanno saputo dare un’ampia gamma di emozioni (ed ematomi) ai fan del metal: ecco com’è andata…

pubblicato 11 Settembre 2016 aggiornato 28 Agosto 2020 13:53

Giunto alla quinta edizione, il Metalitalia Festival si conferma come il fest dal quale tutti escono felici e soddisfatti, grazie ad una maratona di massacro sonoro accompagnata da tantissimi stand, da ampie opportunità di incontrare le band, e da un’area all’aperto che solo il Live Club può offrire.
Se l’edizione 2016 non è andata soldout (aspetteremo numeri ufficiali), poco c’è mancato, e durante le esibizioni dei co-headliner lo spazio sia davanti al palco che fuori era pienissimo, segno che il “brand” del festival si è affermato appunto non solo per la qualità dei gruppi chiamati a suonare, ma anche per l’atmosfera di “comunità” che è sempre più difficile respirare in altri festival italiani.

Per motivi di lavoro (sì, l’altro lavoro) sono arrivato solo prima dell’esibizione dei Demolition Hammer, perdendomi (così mi hanno riferito) lo spettacolo offerto dalle prime file tutte greche per gli Insomnium, e la “one-night-only” di Cadaveria e Necrodeath insieme. Ma non ci sono grossi problemi: è il sito stesso di Metalitalia a poterci dire com’è andata, visto che i loro recensori erano pronti a scriverne in diretta. Vi rimando quindi al report ufficiale di Metalitalia per leggere commenti dettagliati e tecnici, e annichilito da tanta precisione, non mi resta che riportare qualche sensazione, qualche particolarità colta sul palco ed in giro.

I Demolition Hammer, dicevamo. Il vero colpo da intenditori del festival: la band thrash newyorkese è da poco tornata insieme (ovviamente con un nuovo batterista) dopo 20 anni di inatività, e ha comunque suonato pochissimi concerti – questo è tipo il quinto del 2016, ed il primo in assoluto in Italia. Fan da tutta Europa sono accorsi per questa esibizione speciale, elevando il carattere anche internazionale del festival, e Steve Reynolds e soci non hanno per niente deluso le aspettative. Un’ora secca di thrash dai suoni fortunatamente puliti, che ben si abbinano alla cattiveria che risale addirittura al demo del 1988. Il pubblico reagisce alla grande, e dal palco dicono che è proprio per questo che son venuti in Europa, perchè in America il pubblico non è così rumoroso. Dopo queste parole, il crowdsurfing raddoppia. Commovente il ricordo al batterista Vinny Daze, che ci viene ricordato essere registrato all’anagrafe come Vincent Civitano, un “paisà Italiano” la cui scomparsa nel 1996 portò allo scioglimento della band.
I Demolition promettono di tornare ancora, visto il successo riscontrato, ma probabilmente non sarà mai la stessa cosa: piazzarli in scaletta al Metalitalia Festival, davanti ad un pubblico variegato e attento, ha beneficiato sicuramente di un club tour headliner in posti da 200 persone semivuoti: il thrash vive sicuramente in quei locali, ma la nostalgia funziona meglio in altri contesti, come questo.

Demolition Hammer live 2016 reunion img_8819.jpg

Per i Dark Tranquillity non c’è bisogno di preoccuparsi, per un prossimo tour: dal palco viene già annunciato che a Marzo saranno già di ritorno in Italia, dopo l’uscita del nuovo disco. La band è legatissima all’Italia, e spesso ricorda che alcune delle loro tappe storiche si sono tenute proprio da queste parti: Mikael chiede chi c’era alla registrazione del live-dvd al Rolling Stone, e poi chi c’era nel primo concerto nel 1995, e infine dice di essere felice di aver scelto l’Italia per chiudere il tour corrente, prima di chiudersi in studio. Forse alcuni si aspettavano un’anticipazione da Atoma, ma Mikael si scusa: le canzoni le hanno, ma vogliono rifinirle prima di presentarle al pubblico.
Ma tanto a Mikael si scusa tutto: non solo perchè mantiene una delle voci migliori della scena di Gothenburg, ma anche perchè arriva sul palco indossando una maglietta del Birrificio Lambrate, dove si dice abbia passato una serata alcolica la sera prima.
Accanto a lui, la band ha subìto qualche rimaneggiamento ma è comunque uno spaccasassi, ed i filmati alle spalle del gruppo contribuiscono ad un’atmosfera che soddisfa tutti.
Appena sceso dal palco, il cantante si dona ai fan con selfie, autografi, abbracci…

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Infine, i Sodom: nome storico del metal europeo, anche più dei Dark Tranquillity, eppure si ha la sensazione che dopo la chiusura con Misery’s Crown in molti abbiano fatto gli ultimi acquisti agli stand e si siano dileguati, o che si rilassino sul prato esterno. Certo, il Live Club non si svuota, il colpo d’occhio è sempre simile al soldout, ma c’è un po’ più di spazio fra la folla. Non che questo fermi Tom Angelripper dal suonare uno show ottimo, nel quale non basta il malfunzionamento del basso per rovinare l’atmosfera: il bassista/catante prosegue il primo brano muovendo le mani nell’aria, come se ancora stringesse lo strumento, una visione decisamente particolare e che ci ricorda quanto siano uniti musicista e strumento. Per il resto, lo show prosegue senza intoppi, fra l’amore del pubblico ed un mosh continuo, nonostante molte persone siano qui da oltre 10 ore, ma è impossibile limitarsi all’headbanging quando parte Iron Fist dei Motorhead.
Un grande show, che (come dicevamo all’inizio) manda tutti a casa soddisfatti, ancora una volta. Missione compiuta, ancora una volta.

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Qui di seguito, una selezione di foto dal concerto.