Home Notizie E’ morto in carcere Lou Pearlman, creatore dei Backstreet Boys e *NSYNC

E’ morto in carcere Lou Pearlman, creatore dei Backstreet Boys e *NSYNC

E’ scomparso all’età di 62 anni Lou Pearlman, l’uomo che ha lanciato i Backstreet Boys e gli *NSYNC e che era stato condannato al carcere per questioni legate a truffe e frodi.

pubblicato 22 Agosto 2016 aggiornato 28 Agosto 2020 14:24

Lou Pearlman era l’uomo che, decenni fa, diedi vita e creò -letteralmente- alcune delle più famose boyband di questi tempi. Parliamo dei Backstreet Boys, *NSYNC, O-Town, LFO, Take 5, Natural ed US5, tra i più celebri. Era manager, fondatore della casa discografica Trans Continental Records e potente uomo d’affari.

Howie Dorough e Brian Littrell, due dei membri della band, hanno ricordato, in passato, l’importanza del nome di Pearlman, nell’ambiente. Una sera, lasciando l’abitazione dell’uomo -che li aveva rassicurati sul successo imminente che avrebbero avuto grazie a lui- hanno pigiato troppo sull’acceleratore dell’auto e, lungo la strada, sono stati fermati da un’auto della polizia. “Da dove state arrivando, ragazzi?” chiese l’agente, dopo aver sottolineato l’alta velocità alla quale andavano. Risposero che erano partita dalla casa di Lou. L’agente, improvvisamente, decise di lasciar correrem senza multa. Howie ammise, anni dopo, ricordando quell’episodio:

“Sapevo, a quel punto. In quel momento mi sono reso conto di quanto fosse potente Lou”

Dopo aver lanciato i Backstreet Boys, Pearlman pensò anche a creare altri gruppi, come gli *NSYNC ma, successivamente, iniziò ad avere sempre più seri guai con la legge. Gli stessi cantanti che aveva creato dal nulla, si accorsero che i guadagni erano molto inferiori alle attese e iniziarono ad esserci indagini nei confronti dell’uomo. Fu protagonista di truffe. venne indagato dall’FBI, andò in bancarotta, lasciò il paese, fu arrestato e finì in una prigione federale. Pearlman è morto Venerdì, all’età di 62 anni, avrebbe dovuto scontare altri 13 anni di condanna. Poteva farsi un nome importante grazie al suo fiuto nel mondo della musica e del business ma si rovinò l’intera carriera a causa della sua magistrale capacità a convincere le persone benestanti a investire nelle sue imprese: primi elicotteri e dirigibili, poi magazzini, compagnie. Prometteva e assicurava un investimento sicuro su progetti inesistenti.

A raccontare, dal loro punto d vista, il difficile periodo vissuto dalla boyband, furono proprio i Backstreet Boys nel documentario Show ‘Em What You Are Made of

è un ritratto sincero, che ci accompagna tra gli alti e bassi della loro vita (compreso il rapporto con il loro primo manager, Lou Pearlman, finito in carcere per truffa), fino a quando, nel 2012, subito dopo il ritorno nella band di Kevin Richardson, sono andati a Londra a comporre un nuovo album, realizzare questo film e pianificare la tournée del loro ventennale.

Via | TheStar

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