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Uriah Heep, foto-report dal concerto al Fabrique di Milano

Il leggendario gruppo rock, a 50 anni dalla formazione, continua a stupire con i concerti: ecco com’è andato il loro ultimo passaggio a Milano…

pubblicato 24 Maggio 2016 aggiornato 28 Agosto 2020 17:07

Eugenio Crippa è stato al concerto degli Uriah Heep, lo scorso Marzo – ecco i suoi ricordi e le sue foto…

Per la serie “meglio tardi che mai”, rispolveriamo oggi l’ultima recente apparizione sul suolo italico di un gruppo che in ambito rock non è banale né esagerato definire leggendario: trattasi degli Uriah Heep, di cui nessuno dei primi cinque album della band inglese dovrebbe mancare in qualsiasi discografia rock, da “Very ‘eavy… Very ‘umble” a “The Magician’s birthday”. Cinque opere d’arte, snocciolate in meno di tre anni (1970-1972), impressionanti per il rapporto tra quantità e qualità dei brani. A quell’epoca d’oro infatti appartengono i cosiddetti ‘grandi classici’, quelli che in occasioni di questo tipo si attendono quanto la persona amata a un appuntamento galante.

Oggi, a quasi cinquant’anni dalla loro formazione, degli ‘Heep storici è rimasto il solo chitarrista Mick Box, unico depositario di anni magici (i ’70s) e non (il decennio successivo), fino alla relativamente recente rinascita, anch’essa portatrice di ottime release. Tra queste, solo l’ultimo “Outsider” è preso in causa dal vivo, mentre il resto della scaletta verte su numerosi brani tratti da quei primi LP che fecero Storia all’epoca e che sono sopravvissuti magnificamente all’inesorabile scorrere del tempo. Di conseguenza sono molte le generazioni presenti sotto il palco del Fabrique milanese – un po’ meno gli spettatori, poche centinaia di persone – e tra le primissime file, non ci metteremmo comunque la mano sul fuoco, ma parrebbe esserci anche chi forse la band di Box la vide quando ancora al microfono c’era un tale David Byron, incredibile performer e cantante inarrivabile, scomparso nel lontano ’85 fondamentalmente per abuso di sostanze alcoliche; nessun gruppo di supporto è previsto, il palco è tutto per gli anglosassoni.

In casi del genere c’è sostanzialmente una sola cosa da evitare: i fin troppo facili e scomodi paragoni con ciò che fu e che mai potrà tornare nelle medesime vesti: solo così è possibile godere di un bellissimo show, quale quello di Milano dello scorso 18 marzo è stato – e immaginiamo valga lo stesso per ogni altro loro concerto – ad opera di una band che, nonostante continui ancora con una discreta regolarità a pubblicare nuovi dischi, non ha più nulla da dimostrare; se ancora oggi gli UH proseguono inarrestabili per la loro strada, c’è un solo motivo a nostro parere: uno sconfinato amore verso la propria musica, evidente nei sorrisi perennemente stampati sui volti dei musicisti.

Chi li ha persi a questo giro può comunque recuperare molto presto, poiché i Nostri sono già stati confermati quali headliner della prima giornata, il prossimo venerdì 2 settembre, dell’evento gratuito Ver1no Prog Fest, annuale kermesse dalle forti tinte – come lo stesso nome suggerisce – progressive rock, nella splendida cornice di un paesino sperduto tra laghi e boschi dell’alto novarese. Che adoriate gli Uriah Heep oppure no, il nostro consiglio resta invariato: do not miss it!

Setlist:
Gypsy (Very ‘eavy… Very ‘umble)
Look at yourself (Look at yourself)
Shadow of grief (Look at yourself)
Stealin’ (Sweet freedom)
The law (Outsider)
The outsider (Outsider)
Sunrise (The Magician’s birthday)
The Magician’s birthday (The Magician’s birthday)
Rain (The Magician’s birthday)
The Wizard (Demons and Wizards)
Can’t take that away (Outsider)
One minute (Outsider)
July Morning (Look at yourself)
Lady in black (Salisbury)

Encore:
Easy livin’ (Demons and Wizards)

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