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Prince, Red Ronnie: “La sua morte non mi stupisce”

Il commento di Red Ronnie sulla morte di Prince.

pubblicato 22 Aprile 2016 aggiornato 28 Agosto 2020 18:19

“La morte di Prince? Non mi stupisce più nulla. Di questi artisti stupisce che vivano così tanto. Vivono in maniera talmente veloce, facendo abuso di tutto, che non mi stupisce più nulla”

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Così Red Ronnie ha commentato la morte di Prince all’indomani della scomparsa del ‘folletto di Minneapolis’ intervenendo ai microfoni di Run Radio, la radio universitaria del Suor Orsola Benincasa di Napoli che ha raccolto a caldo le impressioni del giornalista ed esperto di musica nel corso del programma Deep in the Music.

Dopo il Duca Bianco David Bowie, ieri è toccato a Prince, stroncato a quanto pare da un’overdose di oppiacei: secondo il sito TMZ, sarebbe stata questa la causa del malore in volo di qualche giorno fa, cui è seguito un atterraggio di emergenza del suo jet privato e un rapido ricovero in ospedale. Qui sarebbe stato curato, in maniera aggressiva, per contrastare gli effetti dell’overdose: i medici gli avrebbero quindi consigliato un ricovero di tre giorni ma di fronte all’indisponibilità di una stanza riservata – almeno adatta agli standard sdis riservatezza dell’artista – Prince avrebbe deciso di tornare a casa, dove è stato trovato morto in ascensore.

Una morte che ha sconvolto il mondo della musica e che non è possibile archiviare solo come ‘una grave perdita’, come spiega lo stesso Ronnie in collegamento telefonico:

“Non è solo una perdita grave, è un problema, come mi disse Fausto Mesolella quando morì Pino Daniele. Il problema è che quando scompaiono questi artisti i loro volumi nella biblioteca della storia della musica lasciano un vuoto incolmabile. In questa epoca di talent, in cui le case discografiche demandano alla tv lo scouting, non vedo artisti che possano raccoglierne l’eredità”.

L’argomento ‘talent’, sempre caro a Red Ronnie, torna anche in questo ricordo di Prince. L’industria discografica – contro cui peraltro lo stesso Prince lottò per tutta la sua carriera puntando tra i primi alla diffusione online della propria musica, giusto per sottolinearlo – ha ormai abdicato alla tv e Ronnie non perde occasione per ribadirlo:

“Il problema è come è strutturata oggi l’industria discografica: la musica oggi passa solo attraverso i talent, che sceglie ragazzini carini, che sceglie ragazzini che cantano bene, ma che cantano bene le canzoni di altri e che non hanno personalità. Il talent non cerca personalità. Anche quando dicono ‘ti facciamo fare un inedito’ sono sempre loro che te lo scrivono. La musica di oggi è solo karaoke. Sono certo che se Bowie e Prince avessero tentato la via del talent, non avrebbero superato le selezioni”.

Su questo non abbiamo dubbi. Ma, del resto, neanche il primo provino discografico di Bowie ebbe esito positivo. Paradossalmente, invece, per Prince la prima vera occasione arrivò da una major: come andò a finire, poi, è noto. Ma questa è un’altra storia. Che resterà indelebile nell’empireo della musica.

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