Home Renato Zero, Alt: conferenza stampa

Renato Zero, Alt: conferenza stampa

Renato Zero presenza l’album Alt: conferenza stampa in diretta.

pubblicato 7 Aprile 2016 aggiornato 9 Novembre 2020 18:05

  • 11.20

    Inizia l’ascolto dell’album. Sono quattordici brani inediti, prodotti dallo stesso Zero con Danilo Madonia. Ci leggiamo fra poco.

  • 12.22

    Salzano, F&P: “Renato ha deciso di tornare all’Arena, due tappe uniche per presentare questo progetto. Renato manca dall’Arena da 18 anni, è un ritorno straordinario”.

  • 12.24

    Entra il “maestro” Renato Zero: “Buongiorno”. Segue un lungo applauso.

  • 12.25

    “Non mi arrendo”, debutta il cantautore. E parla delle falle della discografia: “La scuola non si può abbandonare quando ci si sta per laureare. Mi voglio laureare come merito. Non chiamatela più leggera questa musica. Anzi, salvatela. Fare un disco non è come ascoltarla. Chi lo fa ci passa ci anche l’estate, preferendo stare al pianoforte piuttosto che in crociera. Quando un artista indossa le pantofole, ha smesso di dire qualcosa al mondo. La sofferenza è un’amica eccezionale, è madre della crescita, della sopportazione e della rivoluzione”.

  • 12.28

    “Questo disco vuole rivolgersi a chi non vuole stare in panchina e rassegnarsi al tempo, all’Isis”. “Sono felice di tornare a Verona perché mi deve tre malleoli, vado a chiedere il conto. La televisione sembra tornata in bianco e nero, poche le offerte allettanti. Internet? Mi viene da sorridere. I sorcini, forse sprovveduti, hanno messo in rete questo album. Merito, anche da loro, un po’ più di rispetto. Rivolgo a loro una preghiera: non venite più ai miei concerti e non acquistate i miei dischi, grazie”.

  • 12.30

    “Sono felice di essere ancora in pista. Senti che gamba (dice riferendosi a Dondoni e Giordano)… è cemento”. “A queste conferenze c’è sempre la solita gente, non c’è un ricambio? Io vi temo ma vi esorto ad essere critici, la mia attuale stagione desidera di essere setacciata. Voi fate il vostro lavoro, io faccio il mio”.

  • 12.32

    “Quando aprirete l’album, troverete i nomi di tutti i miei collaboratori storici. Tutte le persone che hanno assecondato la mia musica e mi hanno permesso di sentirmi un musicista come loro. Li ringrazio”. “Cos’altro posso dirvi? Niente, solo felicità. Mi sento abbastanza bene. E tremo, come ho tremato a Sanremo. Fate delle domande facili”.

  • 12.33

    Si inizia con le domande. Perché hai aspettato così tanto a tornare? “Non dipende da quello che uno ha da dire. Questi tempi mi hanno sollecitato un intervento obbligatorio, questa nostra Italia ha svenduto tutto. La politica non tiene più conto della spesa giornaliera di tutti noi, parte una guerra alla resistenza. Questa politica non fa nulla per produrre esempi che ci confortano: se rubano là, non c’è più speranza di trovare persone con buonsenso. Io sentivo la necessità, anche se sono un frequentatore della strada, di cercare un contatto. Tutti abbiamo bisogno di accarezzarci e rassicurarsi. Ci dobbiamo un gesto di rispetto, anche verso noi stessi”.

  • 12.37

    Il singolo, Chiedi. “Gli alieni vengono da là”, dice della tv. Ed i “sindacati no”. “Vorrei puntare l’attenzione su un fenomeno eloquente. I sindacalisti vanno a finire a Montecitorio, è scandaloso e incomprensibile”. “Non ce l’ho con i sindacati, ce l’ho con chi fa ostruzione, chi si mette in mezzo e blocca un processo di sviluppo”.

  • 12.41

    “Molti di questi operatori della televisione non appaiono nella loro reale condizione. Soprattutto in un certo tipo di settore. E’ nata la qualifica del tuttologo, la televisione ha dato lavoro a criminologi, psicanalisti, avvocati”. L’intervista di Vespa al figlio di Riina: “Non sapevo di questa cosa, non posso esprimere nessun giudizio né parere”.

  • 12.44

    Gesù è una delle canzoni del disco, una sorta di preghiera laica: “I musulmani questo esercizio l’hanno portato all’estremo, quello di esaltare il loro Dio e prostrarsi a lui. Noi mangiamo carne anche nei giorni non suggeriti dalla nostra religione e facciamo cose poco ortodosse. L’assenza di Gesù si sente moltissimo. Non parliamo di quella di Dio perché meriterebbe un dibattito. Gesù siamo noi, Dio potrebbe essere un’entità lontana e collocata in una dimensione senza tempo. Invece Gesù, questo signore che si è fatto massacrare in quel modo… li abbiamo visti tanti di Gesù. Vogliamo fare il conto delle vittime massacrate dalla mafia? Gesù bisogna che torni a casa, torni qui. Dipende dalla nostra volontà. Non si può stare al mondo aspettando la manna”.

  • 12.47

    “La canzone è un atto d’amore, una forma alta di coinvolgimento. Non amo fare dei cloni, non si può riscrivere I migliori anni della nostra vita. Io guardo Mtv e vedo tanto ‘copia-incolla’ delle hit. Soprattutto nelle femminucce. Sembrano uscite da un collegio, uscite da un processo di omogenizzazione […] Oggi manca la scrittura musicale, la riscoperta di collaboratori musicali come gli arrangiatori. Ringrazio Danilo Madonia, raramente ho visto un lavoro del genere. Se noi trattiamo dei musicisti come se fossero delle colf, diventiamo offensivi. Bisognerebbe accarezzarli tutti i giorni, anche se abitano a 600km di distanza. La qualità musicale oggi lascia a desiderare? Bisognerebbe avere il coraggio di tornare fra la gente e vivere la vita. Chi non vive, non scrive. Noi cantiamo quello che viviamo e anche il tempo in cui viviamo. I miei precedenti dischi parlavamo del futuo, questo parla di oggi. E’ una metrica insolita, sono più abituato alle veggenze. Fui tacciato per questa tipologia di soggetto, mi piace immaginare cosa succederà fra vent’anni. Oggi immagino meno perché più passano gli anni e più si restringe il campo visivo”.

  • 12.53

    Lo show con Maria de Filippi? “Non lo so. Queste cose sono sempre la combinazione di opportunità temporali e una serie di elementi. La mia testa è a Verona, devo recuperare questa sfida con me stesso. Se non metti in azione il motore, si blocca”.

  • 12.55

    Vuoi fare un appello ai giovani italiani? “Prima di tutti non deve mancare la passione, se manca quello decadono una serie di cose. Bisogna avere il coraggio di uscire dai social network e internet. Sono strumenti che vanno presi con le molle, c’è tanta solitudine che degenera in depravazione”.

  • 12.57

    Oggi è la giornata mondiale della salute, dice Enzo Gentile de Il Mattino. E Zero inizia a starnutire. Tutti ridono. “Sono venuto a conoscenza che in Svizzera c’è un ragazzo di vent’anni che sta combattendo a suon di chemio una terribile malattia. L’ho chiamato, gl’ho mandato una serie di messaggi… Il fratello ha messo il telefono con il mio messaggio vicino al suo braccio e hanno trovato una vena che non trovavano. La salute dipende da chi ti sta vicino”.

  • 13.02

    Zero parla della sua Roma piena di “buche”. E sulla trivellazione ha già “parlato” quattro anni fa con Lucio Dalla: “Io c’ero”.

  • 13.04

    L’intolleranza “è peggiorata. Una volta quello che ti gridava dietro aveva un’età dai 40 in su. Oggi sono i ragazzini ad essere intolleranti, lanciano invettive e belle fioriture. Sono giovani. Internet è molto presente e determinante. C’è una poca presenza in famiglia, manca un controllo consistente”.

  • 13.06

    Il pubblico è assuefatto nei confronti di chi fa musica e arte? “L’ultimo ad avere la parola è sempre il pubblico. E’ colui che stabilisce la quotazione, il valore e l’utilità di un’opera musicale. La sollecitazione di sapere che esisteva David Bowie o i Led Zeppelin, ci costringeva a creare qualcosa che stesse al passo loro e non sfigurasse. Non si poteva fare qualcosa in meno, altrimenti eri fuori. Lo standard si è abbassato. E’ vero che vanno in classifica, ma ci vanno con duemila copie. Non posso dare la colpa agli artisti. Se avessero a disposizione i mezzi – dalla cantina in poi – che avevamo noi, potremmo parlare. Ma qui si parla del 22% di iva su un disco. Quando me la prendo se il mio disco passa gratis su internet, lo faccio perché è un danno pazzesco a livello di principio. Non hanno capito che io mi produco i dischi da solo, non faccio le rapine ma l’artista. Ho investito del danaro. Non può arrivare il primo pischello che si diverte con la vita degli altri e metterlo in rete. Questo non tollero. Questa Italia non funziona”.

  • 13.15

    “La famiglia è comunque un bene, a prescindere dai sessi. Io ho adottato un figlio perché non volevo stare solo. Non l’ho condizionato. Ho due meravigliose nipoti. Ma perché questo dev’essere un problema? E’ un problema per gli stronzi […] Ce l’ho con la violenza, la superficialità, l’abuso. Non sto a guardare se quello è rosso o grigio. Non esiste”.

  • 13.17

    “Come dice Baglioni, io me ne andrei…”. Ma ci sono ancora due domande.

  • 13.19

    Quest’Italia di oggi ti fa incazzare? “Io sono un sollecitatore. Mi sono inventato un mestiere. Mi piace poter stimolare gli interventi della gente, soprattutto di quelli che hanno la vocina più esile e non hanno raccomandazioni”. “Io voglio bene a tutti, non mi sento di rinnegare nessuno. Tutti fanno parte della mia vita e del mio percorso. Io abbraccio anche quelli dalla battuta facile perché mi hanno fatto scrivere cose bellissime”.

  • 13.21

    E’ il David Bowie italiano: “Considerate lui il Renato Zero inglese. Ciao David, se non si scherza fra noi…”.

  • 13.22

    Ha senso mettere i dischi su internet? “E’ una disciplina che non credo abbia bisogno di essere criticata. Ci sono editori e editori. Ci sono autori e autori. Quando un artista se ne va, a nessuno è permesso di disporre della sua esistenza. Se ti compri i dischi di Battisti, Battisti vive”.

  • 13.24

    “Spero che questo dischi vi possa offrire l’alibi per le vostre serate intime o le vacanze ai Caraibi. Sappiate che io sarò lì e vi controllo”.

  • 13.24

    La conferenza è finita.

Questa mattina, presso l’AreaPergolesi di Milano, viene presentato Alt, il nuovo album di Renato Zero in uscita venerdì 8 aprile 2016. Il cantautore ritorna con una rinnovata passione e spirito di denuncia: ci saranno brani dedicati ai grandi temi sociali e alle battaglie civili.

Il disco è già stato anticipato dai singoli Gli anni miei raccontano e Chiedi.

Renato Zero