Home Interviste Sam Hunt, Montevallo: “Volevo raccontare la mia storia attraverso la musica”

Sam Hunt, Montevallo: “Volevo raccontare la mia storia attraverso la musica”

Il cantautore ha presentato alla stampa italiana il suo disco di debutto, pubblicato in Italia l’11 marzo 2016

pubblicato 18 Marzo 2016 aggiornato 28 Agosto 2020 19:23

Nonostante il suo album di debutto “Montevallo” sia già uscito negli Stati Uniti e certificato disco d’oro, Sam Hunt non si è montato la testa, rimanendo un ragazzo della Georgia trapiantato a Nashville che ama suonare la chitarra e scrivere canzoni. Anche se l’illuminazione, per così dire, è arrivata abbastanza tardi:

“Non mi ero mai interessato alla musica finchè non ho avuto 18-19 anni, stavo per andare al college e suonare la chitarra era un hobby interessante. Quando mi sono accorto di essere intonato ho iniziato a scrivere canzoni. Ho iniziato a suonare e sono migliorato sempre più. Non ho mai preso lezioni. Dopo alcuni anni ho iniziato a registrare i brani”

ha raccontato alla stampa italiana a qualche giorno di distanza dall’uscita del disco.

Beh, meglio tardi che mai: il suo singolo “Take your time” è ancora dopo oltre due mesi nella top 5 dei brani più suonati dalle radio italiane:

“All’inizio non conoscevo molto del music business, ho seguito il mio istinto. Le mie canzoni non nascono tutte nello stesso modo, penso sempre a idee, melodie, mi vengono in mente anche quando sono in giro, e allora prendo il mio telefono per registrarle. Così i testi, mi fermo ad appuntarli. Mi è capitato di scrivere persino nel bagno di casa mia, perchè ha un bel riverbero quando canto”

Complice la sua zona d’origine, la sua musica di riferimento è il country:

“Nella mia famiglia non si ascoltava molta musica per cui sono cresciuto con la musica che ascoltavo in radio. Poi mi sono avvicinato ad altri tipi di musica quando andavo a scuola, come l’r&b di R. Kelly o Usher”

Tra l’altro Sam ha iniziato la sua carriera come autore di brani scritti per grandi nomi del country come Kenny Chesney, Keith Urban e Billy Currington, ma pubblicare il suo materiale è stata inevitabilmente una cosa molto diversa:

“Stavolta volevo raccontare la mia storia attraverso la musica, in un modo più personale. Avere scritto molte canzoni ti aiuta molto, ma volevo mettere la mia voce sui pezzi che scrivevo”

Gli abbiamo chiesto se sia entrato in studio con le canzoni già pronte, una curiosità sulla produzione del disco:

“Prima entravo in studio con i pezzi già pronti, con qualche appunto che mi ero preparato a casa. Adesso invece, dato che sono così vicino al mio produttore che ha lo studio in casa, scrivo e registro lì. Anche perchè a volte mentre parliamo mi vengono delle idee, oppure possiamo rientrare in studio e ascoltare quello che abbiamo registrato”

Interviste