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Lorenzo Fragola, Zero Gravity: “La libertà è difficile da esprimere”

Siamo stati in studio con Lorenzo Fragola, che ci ha raccontato il suo nuovo disco di inediti

pubblicato 9 Marzo 2016 aggiornato 28 Agosto 2020 19:51

Permettetemi una piccola digressione, aperta parentesi: tutte le presentazioni dei dischi andrebbero fatte in studio di registrazione. Chiusa parentesi.

Venerdì 11 marzo uscirà “Zero Gravity”, il nuovo disco di inediti di Lorenzo Fragola. Che per l’occasione ci ha invitati, insieme ad altri giornalisti, in studio per poterne ascoltare qualche brano (la title track, “Zero Gravity”, “Scarlett Johannson”, e “Qualsiasi cosa. Tutto”).

Sarà un disco in cui si mischiano sonority funky, che “è un genere che mi piace tanto, e che è tornato di moda negli ultimi anni”, insieme alle immancabili ballate, “ballate più moderne per me, per la struttura del pezzo, rispetto al primo disco. Abbiamo voluto fare qualcosa che rispecchiasse di più il mio gusto personale”.

C’è una canzone, in particolare, del disco che Lorenzo vorrebbe come singolo, ovvero “Luce che entra”, e spera di riuscire a convincere chi di dovere:

“Io non sono bravo nello scegliere i singoli perchè essendo coinvolto non riesco ad ascoltare i pezzi con l’orecchio radiofonico, ma convincerò tutti. ‘Luce che entra’ è una ballata molto semplice senza essere banale. Molto semplice, molto diretta, non lascia spazio a dubbi o a interpretazioni sbagliate, è completa, si chiude in cerchio”

Sono stati realizzati anche tre video da “D’improvviso”, “Weird” e “Zero Gravity”, di anticipazione del disco (che potete vedere sul canale Vevo):

“L’unico modo che le persone hanno per apprezzare un album è conoscere le canzoni. La radio è il mezzo più potente per la musica, ma le canzoni prima partono dal web e poi arrivano in radio. Volevo dare la possibilità alle persone di sentire i brani in anteprima, per farsi un’idea del disco e magari far crescere l’attesa. Sono tre pezzi che rappresentano tre mondi diversi anche se c’è un filo conduttore”

La sua musica stessa è piena di contrasti, per sua stessa ammissione:

“Io credo che il contrasto sia al centro di tutto quello che scrivo, me ne sono accorto leggendo tutti i testi, che sono pieni di ossimori. Non me ne rendo conto, è una cosa che faccio involontariamente. Mi reputo una persona che ha molti gusti opposti, molte cose opposte, e cerco sempre di unire tutto in un’unica idea. Non solo bianco e nero, anche cose più sottili. E’ una cosa generale mia che viene fuori nell’album”

E’ stata un’avventura senza limiti:

“Il disco si chiama ‘Zero Gravity’ perchè non mi sono posto dei vincoli e dei paletti. Quando affronti il primo album non sai come andrà, cosa arriverà alle persone e quindi ti poni dei limiti, ti poni dei dubbi. Qui il vero cambiamento è stato che non mi importava, ho scritto quello di cui volevo scrivere. Cose che una volta avrei lasciato fuori stavolta le ho inserite. C’è stato sicuramente un cambiamento, ho seguito ogni fase della realizzazione del disco. Ho avuto più consapevolezza. Ho voluto essere sincero”

E per ottenere questo è stato fatto un lavoro attento e meticoloso:

“Per tre mesi abbiamo rinunciato alla nostra vita privata, alle nostre abitudini, per essere soddisfatti. Paradossalmente la libertà è difficile da esprimere. Se una cosa è imposta è così e basta, invece per cercare di produrre ogni canzone con lo stesso spirito del testo ci vuole molto tempo. Ho curato ogni minimo particolare”

Abbiamo quindi chiesto poi a Lorenzo come viva l’aspetto compositivo dei suoi brani:

“Io scrivo in un modo particolare, ho bisogno di essere in compagnia. Devo stare in compagnia quando scrivo. Una parola mi innesca un mondo, soprattutto quando mi blocco. Qualsiasi cosa mi è utile. Non sono perennemente insoddisfatto ma vorrei sempre fare di più. Anche se ad un certo punto non puoi fare di più, perchè tutto ciò che aggiungi togli qualcosa al brano”