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Laura Pausini: “In Simili racconto storie non solo mie”

Laura Pausini a Che Tempo Che Fa ha parlato del suo ultimo album “Simili” e della sua esperienza nei talent show

pubblicato 20 Dicembre 2015 aggiornato 15 Ottobre 2020 14:19

Toccata e fuga italiana per Laura Pausini, ospite della puntata di Che Tempo Che Fa di questa sera: la cantante, infatti, si trova in questi mesi a Miami, dove partecipa al talent show La Banda, insieme a Ricky Martin ed Alejandro Sanz. La cantante si è esibita in due brani tratti dal suo ultimo album “Simili”, già disco di platino, ovvero “Lato destro del cuore” ed il brano che dà il titolo all’album.

A proposito della prima canzone, la Pausini ha spiegato cosa significa per lei:

“Questa canzone è una poesia che spiega come nessuno di noi può vincere sul cuore: anche dopo storie difficili, quando ci si dice di voler smettere di amare, il lato destro del cuore, quello che dà l’impulso del battito, decide di continuare”.

Tutto l’album segna un diverso percorso artistico per la cantante, che ha scelto di collaborare con diversi autori: “Per quanto giri il mondo alla fine scelgo sempre canzoni scritte da italiani, come Niccolò Agliardi con cui mi identifico molto”, ha spiegato, aggiungendo che l’idea arriva dal fatto di voler dare all’album un’impronta diversa:

“Per la prima volta racconto storie che non sono solo mie: voglio spiegare come la penso riguardo agli esseri umani e ai diritti e ai doveri che abbiamo, come siamo tutti diversi e come non possiamo non rispettare le diversità”.

Un percorso che l’ha portata a dare a quest’album il titolo “Simili”:

“Simile è una contraddizione, perché allo stesso tempo significa ‘uguale’ e ‘diverso'”.

Oltre alla promozione dell’album, la Pausini è al lavoro anche su La Banda, suo terzo talent show dopo aver partecipato alle versioni messicana e spagnola di The Voice. Da quest’esperienza, ha capito che i desideri degli aspiranti cantanti oggi sono diversi:

“Mi ha fatto capire cosa sentono e cosa vogliono i ragazzi delle nuove generazioni. Il mio sogno da giovane non era diventare famosa, ma fare la cantante di pianobar, mentre oggi i ragazzi ti dicono che vogliono essere famosi”.

Il suo ruolo è molto severo, ma perchè, spiega, non le piacciono quei ragazzi che hanno la pretesa di volere tutto e subito. Inoltre, prima di accettare di fare la giudice, ha imposto dei limiti alla produzione:

“Ho imposto alcune regole alla produzione: ogni paese si gestisce come crede, ma io sono contraria alle scuole di canto e ho chiesto che non ci fossero coach”.

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