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Emi: scaricare illegalmente non è un male

Glen Merrill, ex elemento di spicco in Google, oggi responsabile delle strategie di innovazione e sviluppo della EMI ritiene che il file sharing non è un male, o almeno non “necessariamente” un male per il mercato musicale. Che lo si voglia o no, la realtà è una: la condivisione di file musicali ha ridotto l’acquisto

di aleali
pubblicato 8 Aprile 2008 aggiornato 31 Agosto 2020 22:16


Glen Merrill, ex elemento di spicco in Google, oggi responsabile delle strategie di innovazione e sviluppo della EMI ritiene che il file sharing non è un male, o almeno non “necessariamente” un male per il mercato musicale.

Che lo si voglia o no, la realtà è una: la condivisione di file musicali ha ridotto l’acquisto supporti fisici. La presenza del download digitale legale non ha mai sopperito a quel “buco” creato dall’acquisizione di file protetti da diritti d’autore in rete. Per questo si stanno cercando nuove strade, nuovi punti di vista.

Merril dice:

“C’è una ricerca accademica che dimostra che il file sharing è una cosa buona per gli artisti e non cattiva. Noi faremo una serie di esperimenti per scoprire a che modello di business possa corrispondere”.


Un punto importante è la critica (auto-critica) fatta a quelle major discografiche che creano le condizioni per punire singoli utenti di questi programmi attraverso denunce. A proposito afferma:

“E’ un modello di commercio povero citare in giudizio i clienti. Non penso che sia una strategia sostenibile”.

Si sta già lavorando alacremente per ristrutturare questo mercato sempre più povero. Si cercano alternative. Voi ne conoscete una?

Via | Guardian

Ringraziamo Ice per la segnalazione

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