Home Festival di Sanremo Sanremo, Miguel Bosé: “Quando l’ho condotto non ero cosciente”

Sanremo, Miguel Bosé: “Quando l’ho condotto non ero cosciente”

“Ero lì, davanti al pubblico, ma ero assente… mentalmente me ne andavo” racconta Bosè ricordando la sua esperienza di conduttore di Sanremo.

pubblicato 1 Febbraio 2015 aggiornato 29 Agosto 2020 09:27

Sanremo 1988, conducono Gabriella Carlucci e Miguel Bosé. Una coppia inedita, che segnò il ritorno di Bosé dopo qualche anno di pausa artistica e che lo vide alle prese con quel mostro sacro del Festival nel ruolo non facile di conduttore.

L’Auditel, da poco nato, fa segnare in quell’edizione un discreto calo degli ascolti rispetto alla precedente, in mano al solido Baudo, anche se a vincere è un Massimo Ranieri che arricchisce il suo repertorio di quello che sarà uno dei suoi cavalli di battaglia, Perdere l’amore.

Bosè aveva solo 31 anni e un successo da capitalizzare in tv. Ma non era quello il ‘habitat’ naturale. Nell’intervista concessa a Savino a Quelli che il Calcio di oggi, domenica 1 febbraio 2015, ricorda quell’esperienza come una nebulosa.

“Sanremo? E’ stata un’esperienza antropologica. Non c’è altra spiegazione. Io mi ricordo che spessissimo la Carlucci mi toccava e di colpo mi rendevo conto di essere a Sanremo. Ero assente. Anche se ero davanti al pubblico italiano, il 90% del tempo ero assente. Non c’ero. Non ero cosciente. Ero lì ma non c’ero. Il fatto di essere a Sanremo non mi apparteneva, per cui appena potevo scappare, lo scappavo. Mentalmente me ne andavo…”

confessa Bosè a tanti anni di distanza. Beh, un po’ ce n’eravamo accorti, eh. Diciamo che non dava proprio la sensazione di essere molto presente al suo ruolo di conduttore… Perché accettare, allora, se sapeva di essere estraneo alla kermesse?

“Sai, la mia curiosità è talmente insaziabile che appena mi propongono qualcosa non è che dico subito di sì, però se arriva il momento in cui sento, onestamente, che c’è la possibilità di farlo bene, mi ci butto”.

E così è stato.

A proposito di buttarsi, Savino gli fa vedere un estratto della sua esperienza sanremese, che lo immortala fingere uno svenimento di fronte a una dichiarazione d’amore di Gabriella Carlucci. Come gli era venuto di ‘svenire’ così?

“Beh, se l’ho fatto di sicuro era scritto sul copione…”.

Bravo Miguel, certi ‘segreti’ da backstage vanno desecretati dopo 25 anni. E rivediamo gli ultimi minuti di quel Sanremo 1988 nella quale definiva “splendida” l’esperienza appena conclusa.

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