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Tributi ed eventi, ricordando Fabrizio De Andrè

Esattamente nove anni fa, l’11 gennaio del 1999 ci lasciava Fabrizio De Andrè, il cantautore più amato e stimato che il nostro paese abbia mai avuto. Le sue storie di personaggi ai margini, il suo modo unico di raccontare e farci riflettere restano indelebili nella nostra memoria collettiva. Così come la sua scomparsa ha lasciato

di dodo
pubblicato 11 Gennaio 2008 aggiornato 31 Agosto 2020 23:36

Esattamente nove anni fa, l’11 gennaio del 1999 ci lasciava Fabrizio De Andrè, il cantautore più amato e stimato che il nostro paese abbia mai avuto. Le sue storie di personaggi ai margini, il suo modo unico di raccontare e farci riflettere restano indelebili nella nostra memoria collettiva.

Così come la sua scomparsa ha lasciato un vuoto profondo e incolmabile. Prova ne sono le tante manifestazioni che da allora continuano incessantemente ad essere programmate un po’ dappertutto. Per non parlare dei più di trenta libri usciti dopo la sua morte, delle moltissime tribute-band e delle innumerevoli cover di sue canzoni (e persino di suoi interi dischi), suonate da musicisti di ogni genere e provenienza.

In questi giorni di ricorrenza, concerti ed eventi di vario tipo celebrano il cantautore genovese in tante città, da Milano a Venezia, da Torino a Roma. Proprio nella capitale ci sarà una tre-giorni di tributo (per il quinto anno consecutivo) dal programma fittissimo .

Per avvicinarsi all’opera di De Andrè consiglio il doppio live (appena ristampato in un unico cofanetto) a testimonianza dello storico tour del 1979 insieme alla P.F.M. Tour e disco “Fabrizio De Andrè & PFM Vol.1 e Vol.2” in cui le canzoni del primo periodo, senz’altro le più famose, presero nuova forma musicale grazie agli arrangiamenti riuscitissimi apportati dalla prog-band.

I suoi dischi migliori, per maturità dei testi e qualità musicale, restano comunque gli ultimi: “Creuza de mä”, in antica lingua genovese e dai suoni etnici prodotti da Mauro Pagani, “Le nuvole”, il più politico e forte tra i suoi album e soprattutto l’ultimo, il capolavoro: “Anime Salve”. Scritto a quattro mani con Ivano Fossati è un concept sulle solitudini, scelte o subìte, summa definitiva del pensiero e dell’opera di De Andrè.

Tra i tanti libri, se non sapete quale scegliere consiglio “Belin, sei sicuro” di Bertoncelli, Deregibus, Fabbri (Giunti) che unisce la storia dell’uomo, spesso attraverso la voce dei suoi amici e colleghi, a un’analisi completa e dettagliata delle sue produzioni. Ultima segnalazione – per veri appassionati – il bellissimo (nuovo) book fotografico di Guido Harari “Una goccia di splendore” (Rizzoli).

Video – Fabrizio De Andrè “La guerra di piero” (1969)