Home Emma Marrone: “Sanremo per me è sempre stato motivo di grande divertimento, niente psicodrammi o attacchi di panico”

Emma Marrone: “Sanremo per me è sempre stato motivo di grande divertimento, niente psicodrammi o attacchi di panico”

Le dichiarazioni della cantante sono state rilasciate durante lo speciale Rai Canzone Le strade di Emma.

pubblicato 3 Novembre 2014 aggiornato 15 Ottobre 2020 17:43

Dalla metro A di Roma, fermata Cinecittà, comincia il racconto di Emma Marrone. La giovane cantante salentina è stata infatti la protagonista dello speciale di Rai 1 “Canzone – Le strade di Emma“, andato in onda ieri in seconda serata e che ha ripercorso il suo concerto dall’Arena di Verona, di cui vengono mandate in esclusiva le immagini delle interpretazioni dei vari brani.

Ma oltre a vederla nel suo habitat naturale, ossia il palco, c’è stato spazio soprattutto per sentirla parlare. L’ex vincitrice di Amici infatti ha parlato a cuore aperto di tutto, soprattutto di musica e della sua rapida carriera.

Carriera che è nata proprio a Cinecittà, con il provino per il talent di Maria De Filippi:

Cinecittà la ricordo come una città magica in miniatura da dove è partito tutto. Quando sono venuta qui per fare il provino per Amici sono sbucata fuori dalla metro e non sapevo nemmeno dove mi trovavo. Ho imboccato il cancellone,sono andata verso gli studi di Amici, ho preso questo numeretto. Per la prima volta mi sono ritrovata catapultata in quello che avevo sempre visto fare agli altri, cantare davanti a Vessicchio, a Maria.

La bella salentina ricorda innanzitutto quanto abbia fatto fatica a scrollarsi di dosso l’etichetta di cantante uscita da un talent:

All’inizio di questo lavoro ho voluto far prevalere la voce e l’istinto artistico. Partendo da un programma televisivo, ed essendo sempre nominata come prodotto televisivo, temevo che la mia fisicità influisse su questo.
Ho dovuto sempre dare grandi dimostrazioni solo perché ho partecipato ad un programma televisivo. Questo nasce dalla mentalità italiana che vede ancora cantanti di serie a e di serie b. In Inghilterra o in America un cantante uscito da un talent è uguale agli altri. All’inizio ho patito molto questa cosa, dopo un po’ di esperienza ho iniziato a farmela scivolare addosso.

La sua gavetta comunque è iniziata nei locali della sua amata terra:

Ho iniziato a suonare, giù in Salento, nei locali, pub, matrimoni. Ho iniziato con mio padre, poi ho avuto le mie band. Poi ho messo su con altri musicisti questa band che si chiama Miur con i quali abbiamo cominciato a mettere insieme delle idee e abbiamo pensato di produrre un disco di canzoni nostre. La pre-produzione è iniziata in Salento, nelle salette e cantine degli amici. Siamo approdati alla Dracma Records a Torino dove è nato questo disco. Sembrava andare tutto alla grande, stava per partire la tournè al Nord quando io scopro di essere ammalata di cancro.

Nonostante il grande successo sin dalla vittoria di Amici, Emma è ben consapevole che solo oggi, dopo quattro anni, sia maturata anche musicalmente:

L’approccio con la musica vera posso dire di averlo avuto quest’anno a livello di impronta, i Palasport, l’Arena. Si sente che Schiena è stato pensato, elaborato, c’è molto di me. Sono approdata alla musica dei big quest’anno, comunque dopo una lunga gavetta.

Conserva un del Festival di Sanremo che l’ha vista trionfare con il brano “Non è l’inferno” e a differenza di molti artisti che lo vivono con ansia, la giovane cantante di Aradeo afferma:

Sanremo per me è sempre stato motivo di grande divertimento, mi son sempre divertita tanto. Ho sempre vissuto quel palco come motivo di orgoglio per i miei genitori. Vincere Sanremo ha i pro e contro. Quando vinci hai l’impressione di dover dare maggiori dimostrazioni. Ma anche lì mi ha salvato questo mio essere naturale, fancazzista. Mai vissuto Sanremo con psicodrammi o attacchi di panico, ma come un’occasione per salire su un grande palco e una grande orchestra.

Infine, ulteriore tassello sul suo già ricco curriculum, Emma rievoca anche il momento in cui si è ritrovata a cantare l’inno in occasione della finale di coppa Italia:

Quando ho cantato l’inno per la Coppa Italia è stata un’esperienza molto divertente. E’ stato anche molto difficile perché in campo non c’è un audio come sul palco e c’erano 70mila tifosi che cantavano in differita dopo 4 secondi quindi io ricordo l’ansia di rimanere a tempo e non fare una figura in mondovisione.

Emma